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Immigrazione, subito interventi straordinari

La protesta del sindaco di Mineo e dei suoi colleghi merita una riflessione. Perché si tratta certamente di manifestazioni ancorate a motivazioni forti. Tuttavia non prive di esasperazioni demagogiche. Nessuno, infatti, si può nascondere la gravità dei problemi. La Sicilia si trova in prima linea nel fronteggiare questa marea di disperati che fugge alla ricerca di una vita migliore. Cinquantamila persone che arrivano in pochi giorni rappresentano un'emergenza senza precedenti. Sia in termini umanitari che economici. I danni al turismo rappresentano il primo segnale di apprensione. È di tutta evidenza che servono interventi straordinari a livello centrale. Servono finanziamenti e strutture di accoglienza idonee. Ma servono anche interventi ordinari.
È abbastanza evidente che la fuga non è solo da attribuire alla guerra e ai disordini che incendiano il Nordafrica. Ci sono anche i clandestini che hanno ripreso il viaggio dell'emigrazione illegale: gli stessi flussi che erano stati bloccati dagli accordi stipulati dal governo italiano in questi ultimi anni. I cambi di regime in Egitto, Tunisia e il disordini in Libia ovviamente hanno azzerato il valore di quei trattati. Proprio per questo non si può ammantare la realtà con un velo di umanitarismo taroccato. I profughi in arrivo in questi giorni non sono solo figli della guerra. Dentro c'è di tutto: rifugiati politici e ladri, vittime della repressione e delinquenti che scappano dalle proprie responsabilità. Proprio per questo è il caso di ripristinare la vigilanza in mare. Non tutti i barconi devono essere accolti. E comunque non sempre. Certo si tratta di problemi difficili. Come distinguere? Come effettuare la selezione? Temi complessi che meritano una riflessione comune. Non certo manifestazioni di piazza come quelle di Mineo. La loro utilità pratica è pari a zero. Servono solo ad alzare polverone senza risolvere nulla. I sindaci, in casi del genere, farebbero bene a stare nei loro uffici per contribuire alla soluzione dei problemi. Non in piazza a esasperare ancora di più gli animi.

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