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L'operazione sottopassi fallita

382 La strada della morte ha colpito ancora. Quella circonvallazione di Palermo che uno studio di settore ha bollato come l’arteria più trafficata d’Italia e che è di gran lunga in cima alla lista nera dell’infortunistica stradale dei vigili urbani, ha preteso un nuovo tributo di sangue. Che torna a colare da una ferita che una evidente e smaccata incapacità amministrativa e gestionale non è stata finora in grado di curare. Al di là delle responsabilità da accertare su quanto accaduto nell’ex incrocio con via Perpignano (e delle strumentalizzazioni che può mettere in campo chi ha contestato fin dall’inizio l’abolizione di quel quadrivio), un dato rimane inconfutabile: passare da una parte all’altra della lunga fetta d’asfalto che spezza in due Palermo è una partita a Risiko con la morte che ogni giorno centinaia, migliaia di pedoni devono loro malgrado giocare. Perché sui sottopassi, ormai è chiaro, l’operazione recupero è miseramente fallita: il Comune dalla pianta organica più bulimica d’Italia dice di non avere personale a sufficienza per tenerli in condizioni decorose. Estremo e disperato tentativo, chiede all’Amia di pulirli: sterile palliativo. Nel frattempo, rilancia l’idea dei ponti pedonali. Un’idea, appunto, niente di più. E intanto sulla circonvallazione si continua a morire.

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