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Il Teatro Biondo da salvare

Un’altra mazzata per Palermo. Chiude il Biondo. La politica dei tagli non basta e i soldi non ci sono. C’è un contenzioso con Palazzo delle Aquile che fa mancare quasi tre milioni e mezzo e, più in generale, una certa disattenzione ingiustificabile dei tre soci del teatro, ovvero Comune, Regione e Provincia. Se la politica c’è e pensa ancora al bene di Palermo, è ora che batta un colpo.
Un’altra mazzata per Palermo. Chiude il Biondo, l’attività è sospesa, ed è una bruttissima notizia per più di un motivo. Il Biondo è uno dei simboli di questa città. Un luogo di cultura. Non solo perché ospita importanti spettacoli che hanno fatto la storia del teatro mondiale ma anche perché contribuisce alla conoscenza e alla formazione di coscienze più istruite e più colte.
Il teatro chiude perché è ormai allo stremo finanziario; il presidente del cda Gianni Puglisi ha avviato un’attenta e doverosa politica di tagli ma i soldi non ci sono, c’è un contenzioso con Palazzo delle Aquile che fa mancare alle casse dello Stabile quasi tre milioni e mezzo di euro. Altri fondi sono in ritardo mentre si è esaurita la linea di credito presso la banca tesoriera. Una situazione difficile ma l’impressione generale è che ci sia una certa disattenzione della politica verso quello che sta accadendo al teatro. D’altra parte come interpretare il fatto che il bilancio di previsione 2010 sia stato approvato sul filo di lana lo scorso mese, praticamente a fine anno? Un ritardo attribuibile alle varie assenze dei tre soci, Comune, Regione e Provincia. Già questa disattenzione è ingiustificabile e il sindaco, il presidente della Provincia e quello della Regione, dovrebbero spiegare perché. Mentre a nulla sono valsi i vari Sos lanciati da Puglisi. Che ora è costretto a far chiudere il sipario. Se la politica c’è e pensa ancora al bene di Palermo, è ora che batta un colpo.

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