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Palermo, a Napoli un black out che serva da insegnamento

La difesa a tre potrebbe funzionare, ma con due interni di centrocampo di maggiore qualità. Sorprendente l'impiego di Maccarone e non di Pinilla

Il silenzio di Rossi non è un buon segnale. Speriamo che oggi parli e spieghi cosa è accaduto lunedì sera a Napoli e soprattutto le sue scelte. Quello che ci ha sorpreso, principalmente, è stato l’impiego di Maccarone piuttosto di Pinilla. Crediamo che la più sconveniente delle verità sia sempre meglio del silenzio. Siamo tuttavia convinti che a Napoli il Palermo non abbia fatto peggio che a Udine, dove anche la squadra di Mazzarri è stata di recente travolta; per dire che in questo campionato i black out capitano a tutti e il ko del San Paolo non ridimensiona a nostro parere le ambizioni dei rosa. Che hanno gli stessi punti di Inter e Roma, due squadre che puntano senza mezzi termini allo scudetto.
Però ogni sconfitta deve insegnare qualcosa, perchè non resti «solo» una sconfitta. A Napoli ci sembra di avere capito che la difesa a tre potrebbe funzionare, ma con due interni di centrocampo che non siano Nocerino e Migliaccio. Lo scorso anno il Palermo la praticò per qualche partita impiegando però in mezzo Simplicio e Bresciano, giocatori sicuramente più tecnici. Senza due interni bravi non solo a recuperare ma anche a fare ripartire l’azione gli esterni non la beccano mai (come è accaduto a Napoli, dove invece Dossena e Maggio sono stati i giocatori davvero decisivi) e gli attaccanti restano isolati. In ogni caso la difesa a tre non sembra essere gradita alla squadra, nè collaudata. Come ha ammesso lo stesso Bovo ai microfoni di Sky durante l’intervallo. E ci sembra questo il vero problema.
Rossi ha giocato a tre, rinunciando a un centrocampista sapendo di fare contento Zamparini. Ma non solo per questo. Se avesse avuto un altro interno di sicuro affidamento non avrebbe cambiato. Come non aveva mai cambiato. Le possibilità erano Liverani o Rigoni (provato sabato mattina). Ma Liverani non rientra più nei piani del Palermo. Identica cosa accadde con Zauli e con Corini. Quando scatta un «clic» non si torna più indietro. Il «clic» è scattato a fine settembre, quando appena qualche giorno prima sembrava che l’ex capitano dovesse rinnovare il contratto. Indubbiamente Liverani non vive una grande condizione atletica, però non è detto che non possa dare un contributo in certe situazioni. E soprattutto non è escluso che lavorando (perchè sta lavorando sodo) non possa migliorare.
Non rientra più nei piani del Palermo Liverani e non ci rientra più neppure Rigoni. Del resto il giovane centrocampista era già con le valigie in mano e restò a Palermo solo perchè nell’ultimo giorno di mercato Perez preferì il Bologna. Rigoni come Darmian, come Glik, come Kasami, come Santiago Garcia. I giovani che in questa prima parte di stagione hanno giocato pochissimo. Scommesse già perse e con la squalifica di Cassani sabato contro il Parma (se si gioca) sarà un problema mettere insieme una linea difensiva credibile.

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