Come non detto. Ci avevano illusi 24 ore prima, tirando fuori dalle secche di un ingolfatissimo ordine del giorno il Piano regolatore del porto, volano di sviluppo, economia e riqualificazione in una città ancora in ginocchio. Ieri ci hanno ripensato: in consiglio comunale sono tornate a dominare beghe politiche e baruffe di retroguardia e il piano è stato nuovamente accantonato. I dietrologi parlano di una sfida dietro le quinte fra il sindaco Diego Cammarata e l’ormai nemico Gianfranco Miccichè, di cui sarebbe fedele pupillo l’attuale leader dell’Autorità portuale, Nino Bevilacqua. Non ci importa che sia vero o falso, così come non ci importa come potrebbe essere votato l’atto. Il problema è che la politica palermitana ancora una volta decide di non decidere. E la città continua a «ringraziare» e ad attendere l’agognata fine di questa consiliatura...
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