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La paralisi del consiglio comunale

A Sant’Erasmo ieri sono arrivati gli operai, di total-white abbigliati, per bonificare da amianto e schifezze varie quello che un giorno potrebbe diventare un porticciolo per diportisti a due passi dal cuore della città. Potrebbe, già. Condizionale che pesa come un macigno sui soliti tempi eterni di un consiglio comunale che non smette di cincischiare e di dimenticare il proprio vero (e unico) ruolo: votare atti per il bene della città stessa. Fra i quali, per esempio, quel piano regolatore portuale che attende da un paio d’anni e che sbloccherebbe investimenti plurimilionari. E regalerebbe magari alla città un nuovo approdo turistico lungo la sua scenografica passeggiata a mare.



Ma dalle parti di Sala delle Lapidi non sembra che la cosa susciti sperticati entusiasmi. In fondo, l’economia ferma di una città che patisce la crisi generale più di ogni altra città è roba trascurabile, no? Così come è roba trascurabile varare piani di sviluppo anche per un altro settore in ginocchio, come quello dell’edilizia: ieri è stato per l’ennesima volta bocciato il prelievo della delibera che consentirebbe di realizzare 7 mila nuove case in città. Robetta, appunto...

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