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Liverani il protagonista che non c'era

I tifosi si dividono in due grandi famiglie: i tifosi critici e i tifosi patriottici. Si possono distinguere con un test a fine partita. I tifosi critici sono caratterizzati dalla frase: «Abbiamo vinto, hanno perso». I tifosi della patria rosanero dicono: «Abbiamo vinto, abbiamo perso». Questo ci sovviene a proposito di Fabio Liverani. Senza dubbio il protagonista della partita, perchè in campo non c’era. Negli ultimi tempi Liverani è bersaglio dei tifosi critici. Il giudizio è: corre poco, sbaglia molti passaggi, non è in condizione. Ora succede che appena Liverani non c’è vien voglia di rimpiangerlo. Il tifoso critico, in questi casi, tace. Quello patriottico lo invoca apertamente: «Ah se ci fosse stato lui con i suoi lanci; lui sì che avrebbe aperto la difesa del Cagliari».
Il regista nel calcio, in effetti, è l’allenatore. È lui che costruisce il film della partita. Il regista-giocatore, in realtà, è uno degli attori principali. «Smista palloni, di solito a chi è molto vicino, così da non rischiare di sbagliare il passaggio. Fatica poco, appare molto, rischia meno, gode di credito e stima per la sua intelligenza e ha una lunga e remuneratissima carriera»: così lo definisce Gian Paolo Ormezzano, giornalista torinese di pungente ironia. Questo ritratto, preso dal suo dizionario di calcio, è un po’ tagliato sui registi di qualche tempo fa, ma resta stimolante. Il regista-giocatore, in ogni caso, è sempre sotto i riflettori. E talvolta appare realmente come il faro che illumina il mare delle giocate. Per esempio, in Italia-Slovacchia, quando è entrato nel secondo tempo, pur acciaccato, Andrea Pirlo è sembrato un giocatore di un altro pianeta rispetto agli operai azzurri.
Fabio Liverani, certamente, fa suo il detto latino, che appariva su certe medaglie di Vespasiano: festina lente, ovvero affrettati adagio. Il paradosso di Liverani è che lui corre a ritmi blandi ma la palla vola velocissima. Senza il regista, com’è successo ieri, la squadra avanza con geometrie corte: triangolazioni, passaggi lineari. Liverani scompagina il prevedibile spartito con i lampi improvvisi del suo sinistro, traiettorie aeree sghembe.
Liverani sì, Liverani no? Intanto, archiviamo la partita meno brillante dell’era Rossi. Il nostro cartellino (5 punti a gol; da 0 a 3 punti, secondo pericolosità, a ciascun tiro) dà un finale di 5-3 per il Palermo. Nella scorsa stagione la partita con minori emozioni era stata Palermo-Genoa (7 punti a 5, con Zenga), anche quello uno 0 a 0. Con Rossi il cartellino più basso era stato il 9-5 di Palermo-Atalanta 1-0. Nella stagione 2008-2009 (era Ballardini) il minimo era stato l’8 a 5 per i rosa sul campo di Lecce (la partita finì 1-1).
Ma se ieri ci fosse stato Liverani?

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