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E' ora di pensare alle esigenze della Sicilia

Sfogliando i giornali, in questa estate infuocata dalle polemiche politiche nazionali e regionali, mi vengono in mente alcune riflessioni da semplice cittadino ma anche da imprenditore. Il dibattito di questi ultimi mesi, caratterizzato da alleanze di partiti e spezzoni di partiti, si è molto concentrato sull'ipotesi di realizzare o meno il Lombardo quater, e sull'opportunità di andare ad elezioni anticipate. In pochi, per la verità hanno preso in seria considerazione il problema dello sviluppo della nostra regione. Ho letto con estremo interesse un intervento dell'assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi, incentrato su quali debbano essere le modalità di investimento dei Fondi comunitari ma anche sulla necessità di accelerare i tempi per il loro utilizzo. Credo sia bene iniziare a pianificare la direzione verso cui deve muoversi la crescita economica dell'Isola, prima ancora di fantasticare su schieramenti nuovi basati solo su rimodulazione di equilibri di potere e non su effettive necessità operative. L'ufficio Studi di Confartigianato ha presentato un rapporto nel quale viene evidenziato un aspetto molto preoccupante, e cioè che 641 mila giovani oggi sono invisibili. Non studiano, non lavorano almeno ufficialmente, e neanche cercano un impiego. I due terzi di questi giovani sono al Sud. Ma la cosa più grave è che essi non sognano più un futuro verso cui proiettare le loro aspettative di vita.
Sono i giovani a rappresentare l'avvenire della nostra società. Ma oggi in Sicilia che prospettive stiamo preparando per loro? Vorrei invitare gli imprenditori, le forze sociali e politiche, nonché le Istituzioni di questa regione ad aprire un serio confronto, che non maturi solo annunci ma proposte concrete sulle quali ragionare tutti insieme, al fine di superare una crisi che rischia di essere molto più pesante di quanto a prima vista potesse sembrare per la Sicilia e per tutto il Mezzogiorno. Quale sviluppo vogliamo per la nostra regione? E come possiamo utilizzare i fondi europei evitando di impiegarli ancora una volta per spese correnti o per contributi spot, che non concorrono ad uno miglioramento reale del territorio? Confartigianato già da tempo propone che lo crescita della Sicilia debba passare attraverso poche direttrici tra loro collegate: Turismo, riqualificazione dei nostri centri storici e dei centri urbani, sviluppo del settore agroalimentare, energia e sicurezza dei territori. Se su questi settori si riesce a dar vita ad un'ipotesi di sviluppo con progetti concreti sia di breve, che di lunga durata, ritengo che sia il Governo regionale come pure i Comuni e le Province possano avere di che progettare. Ma occorre una cabina di regia unica con dei tavoli di semplificazione delle procedure burocratiche. L'esecutivo regionale può con l'aiuto e la collaborazione di tutte le forze politiche lavorare per portare la Sicilia fuori dalle secche. In merito alla proposta di Venturi, condivido la necessità dell'aggiornamento del piano dei trasporti. E' fuori da ogni logica, in una terra che sul turismo vuole investire, che per andare da Catania a Palermo con il treno si impieghino quattro ore, come pure è deprimente che lo scorrimento veloce Palermo -Agrigento, continua ad essere una delle strade più pericolose d'Italia. E allora, si rendano cantierabili i progetti per una ferrovia moderna, si completi la rete stradale ed autostradale della Sicilia, si obblighino i comuni a riqualificare il proprio patrimonio edilizio.

*Presidente Confartigianato Sicilia

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