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La paralisi estiva dei servizi a Palermo

Per molti Ferragosto fa rima con vacanze. Nulla di strano, al netto di alberghi da tutto esaurito, spiagge-carnai e prezzi alle stelle. Ma se in ferie vanno anche servizi essenziali, allora ecco servita l’ennesima stortura. Perché a Palermo si ferma praticamente tutto: vanno in vacanza assessori e consiglieri, molti uffici sospendono il ricevimento del pubblico. E si paralizzano perfino attività che nulla avrebbero a che vedere con la stagione delle tintarelle e delle gite fuori porta. Come la rimozione delle carcasse delle auto, torsoli di lamiera arrugginita abbandonati a ogni angolo di strada a formare un gigantesco e disordinato puzzle del degrado: la ditta che ha avuto l’appalto dall’Amia ne ha tirate via un centinaio in due settimane. Poi, improvvisamente, lo stop: dall’azienda rifiuti non è più arrivata alcuna indicazione e il servizio adesso latita. «È normale», spiegano da via Nenni. Normale? E perché mai, se ancora di strada da fare ce n’è parecchia, se di vecchie vetture inutilizzate è piena la mappa di una città in cui l’inefficienza diventa normalità? Del resto, normale viene considerato anche il passo del bradipo con cui si va avanti nell’esaminare le due - due, mica duecento - offerte pervenute da altrettante ditte pronte a occuparsi della rimozione dell’eternit: altri spruzzi di degrado su una Palermo che stenta a funzionare e che però si addormenta placida e indifferente. Ché tanto prima vengono le vacanze, poi i servizi.

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