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La coscienza di un popolo contro la mafia

La recente ricorrenza del diciottesimo anniversario della strage di Via D'Amelio, dove rimase ucciso il giudice Paolo Borsellino, offre uno spunto interessante per una riflessione approfondita su ciò che oggi rappresenta la mafia dal punto di vista socio - politico. Molte sono state le polemiche riguardanti le stragi di mafia, la presunta trattativa tra quest'ultima e lo Stato e la figura del giudice Borsellino. Emblema di un impegno costante nel combattere la criminalità organizzata che ha risvegliato le coscienze di chi allora visse quei tragici momenti e di chi, essendo nato dopo la sua morte, ha creduto e portato avanti le idee di un personaggio fondamentale della storia italiana. Le diatribe, purtroppo, hanno offuscato il vero significato di questa ricorrenza che non si dovrebbe ridurre a una mera celebrazione bensì a un momento di unità nazionale, dove accantonare per un attimo la lotta politica e i suoi estremismi. Per parlare in termini chiari la mafia è un cancro che come tale va estirpato, eliminando così la sofferenza di una terra, la Sicilia, da sempre soffocata che vuole reagire e tornare a essere libera, rimettendo così in moto quel processo di crescita, sviluppo civile ed economico nella legalità che la vede molto indietro rispetto alle altre regioni del paese. Da quel fatidico 19 luglio di diciotto anni fa molte cose sono cambiate. La coscienza di un popolo e di una nazione intera si sono risvegliate sotto i colpi di quei cento chili di tritolo che fecero tremare materialmente una città e metaforicamente un paese.


Cronologicamente parlando è da qui che la battaglia è diventata comune, non più affidata solo alle istituzioni ma anche al senso civico e alla voglia di legalità dei cittadini. Il ricordo sempre vivo degli eroi che hanno dato la vita per il paese, donando il loro impegno e la loro professionalità alla comunità intera, ha, poi, ulteriormente incentivato l'impegno di tutti affinché questi sacrifici non fossero vani. I successi degli ultimi tempi nella lotta alla criminalità organizzata ne sono la testimonianza più fulgida. Il volere comune è quello di scrivere una nuova storia che cancelli per sempre le ingiustizie e le sofferenze portate dalla mafia. Ottimi risultati che sono il frutto dell'armonia venutasi a creare tra i vari livelli istituzionali. Importanti, infatti, sono stati i provvedimenti varati dal Governo Berlusconi, proprio come il grande lavoro investigativo svolto dalla Magistratura. E se consideriamo anche l'eccellente operatività dimostrata dalle forze dell'ordine, sempre pronte a entrare in azione, ecco che i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi due anni lo Stato ha confiscato beni alla mafia quantificabili in quasi due miliardi di euro, sequestrati per quasi sei, potenziando gli strumenti di aggressione ai patrimoni mafiosi con la creazione di un'agenzia apposita che non ha permesso alla criminalità organizzata di rientrarne in possesso.


E' stata sfoltita ai minimi termini la famigerata lista dei latitanti pericolosi. Si è registrato un vistoso incremento delle operazioni di Polizia e degli arresti per mafia. Mediamente ogni giorno vengono arrestati otto mafiosi. I consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose sono stati dodici. E il ministro della Giustizia ha dato il suo contributo non lesinando di certo provvedimenti per il regime carcerario duro. Mai nella storia italiana le Istituzioni avevano lavorato con una tale sinergia. Per questo la prospettiva di sconfiggere per sempre questo male è oggi più che mai viva. Solo lavorando insieme, senza paura e con determinazione, evitando il malcostume dei distinguo politici, è possibile creare una grande forza capace di sradicare la mafiosità. Perché quella che si potrebbe definire la "battaglia del secolo" è lunga, complessa, non facile ma in questo momento sembra esserci favorevole. E solo insegnando alle generazioni future quei valori attraverso cui abbiamo costituito la società, per cui si sono battuti i nostri grandi eroi, potremo avere la garanzia che anche il nostro piccolo contributo non sarà stato vano.

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