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Assunzioni nelle ex municipalizzate a Palermo, politica degli sprechi

Palermo e la Sicilia sembrano davvero vivere in una dimensione metafisica. Una realtà che non ha nulla di concreto. Come se tutto il resto del mondo fosse solo un accidente che disturba l'esistenza nell'ultima isola del socialismo reale rimasta sulla terra. Altro che Cuba. Accade infatti che mentre il Parlamento vota una durissima manovra di aggiustamento dei conti pubblici, Palermo continua la politica dello spreco. Non si spiega altrimenti l'ordine del giorno firmato dal capogruppo del Pdl e approvato dal consiglio comunale. Una deroga che consente alle ex municipalizzate di riaprire le assunzioni. Vuol dire che fra poche settimane Amia, Amat e Amg potranno tornare ad ingrandire gli organici. Una opportunità che l'anno scorso era stata duramente contestata dalla Corte dei Conti. La requisitoria dei magistrati contabili era stata tanto efficace da costringere alla saggezza anche il consiglio comunale di Palermo. Che aveva appunto sancito il blocco delle assunzioni.
Un gesto di buona volontà durato poco. Adesso è arrivato il liberi tutti. Si può tornare al passato. Assunzioni a gogò tanto paga il povero contribuente. Un comportamento a dir poco scandaloso. Di tutto, infatti, soffrono le municipalizzate palermitane tranne che per l'inadeguatezza degli organici. I compattatori dell'Amia sono fermi perché mancano i soldi per le riparazioni. Non certo per l'assenza dei netturbini. Anzi, poiché ce ne sono fin troppi, i soldi vengono utilizzati quasi tutti per pagare stipendi. Gli autobus dell'Amat sono vecchi e costantemente in ritardo. Ma il problema non è certo la penuria degli autisti.
Nelle ex muncipalizzate palermitane si spendono tanti soldi per pagare il personale e si fanno pochi investimenti per rendere più efficiente il servizio e ammodernare il parco macchine. Non c’è certo bisogno di assumere altro personale che, nelle condizioni attuali, non avrebbe nulla da fare. Invece la classe politica sceglie la strada più conveniente sotto il profilo del clientelismo elettorale. Rendere più efficiente il servizio, da questo punto di vista, non serve a nulla. Anzi. È proprio da evitare. Renderebbe ancora più evidente l'inutile obesità degli organici. Se le cose vanno male si può sempre dire che solo l'assunzione di nuovo personale potrebbe risolvere il problema. E così si va avanti. Tanto il costo finisce sulle spalle del cittadino che avrà un doppio svantaggio: nuove imposte per finanziare le assunzioni e un servizio sempre peggiore. Cornuti e mazziati si direbbe con colorita espressione. Non sarà elegante. Ma rende bene l'idea.

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