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Precari degli enti locali, le voci dei lettori a www.gds.it

Siamo 73 precari che prestano servizio da venti anni al Comune di Mazzarino (provincia di Caltanissetta), percependo uno stipendio modesto di  650 euro, svolgendo con competenza il nostro lavoro. Crediamo fermamente nei valori della giustizia, della libertà e dei diritti umani. Stiamo vivendo momenti di ansia e di disperazione non sapendo quale sarà il nostro futuro e quello delle nostre famiglie.
La manovra economica del ministro Tremonti, è pesantissima perché i tagli agli enti locali avranno degli insostenibili effetti. Si dà l’impressione di togliere soldi ai politici, mentre tagliando fondi alle regioni e agli enti locali si colpiscono i cittadini e le famiglie più deboli.
Di conseguenza, possiamo dire addio sia ad un rinnovo dei contratti che scadranno  da qui a dicembre, sia a una stabilizzazione definitiva o che darebbe finalmente dignità al nostro lavoro.
È grande la minaccia di distruggere il futuro delle nostre famiglie, esponendo decine di migliaia di persone al rischio di finire preda delle organizzazioni malavitose.
Mail firmata da 73 lavoratori, Mazzarino (CL)




I precari non devono essere assunti. È giunta l'ora di spezzare l'anello di una lunga catena che traina il carrozzone dell'inefficienza siciliana in ogni settore dalla sanità (vedere i flussi migratori delle persone per le cure), ai templi biblici degli enti locali per passare alla gestione dei rifiuti oggi è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo bisogno di gente che creda e rispetti il proprio lavoro.
Distinti saluti
Domenico Scirè, Palermo




Sono un contrattista part-time, oggi mio figlio ha subito senza colpa un incidente stradale, e mentre con spavento lo stavo trasportando al pronto soccorso non potevo togliermi dalla mente il grave problema che sta cadendo sulla testa dei precari degli enti comunali. Ho capito che dopo la perdita di un familiare la cosa più brutta per la dignità di una persona è la perdita del lavoro, quel lavoro precario con busta paga di 671 euro. Ora la prego anche a nome di tutti i 22.500 che sono più o meno nella mia stessa situazione di pubblicare questa mia lettera.
Stefano Iacona, Naro (AG)




Sono una contrattista ex articolo 23, impegnata con un contratto individuale a tempo determinato presso il Comune di Siracusa dal 2002. Gli ex articolisti sono attualmente 3000 precari, provenienti dal bacino della L. n.67/88 chiamati mediante graduatoria redatta dall'Uplmo e non per vie clientelare come sostenuto, a far parte di alcuni progetti di utilità collettiva presentati da varie cooperative alla Regione Sicilia. Successivamente gli stessi lavoratori sono stati trasformati in Lsu per prestare lavoro nei vari uffici della pubblica amministrazione ai sensi di una legge regionale n. 85/95, e dal 2000 sono transitati nei Puc in base all'ex articolo 11 e 12 della legge sopra citata. Il tutto è avvenuto sempre su graduatorie stilate dall' Uplmo e ribadisco non per vie clientelari.
Io e i miei colleghi ci mettiamo passione nel nostro lavoro, lo riconosce ogni giorno l'utenza che passa dal nostro ufficio. Chiediamo solo di non essere giudicati tutti allo stesso modo, se è vero che alcuni colleghi non rispettano le norme dedicandosi ad altro in orario d'ufficio è giusto che vengono perseguiti per vie legali, ma è giusto non rappresentare tutti i precari nello stesso modo. Ognuno di noi ha un proprio vissuto, si ricordi solo che l'Italia è un paese dove non viene riconosciuta la meritocrazia.
Stefania Genovese, Siracusa

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