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I mercati finanziari sono razionali?

Che relazione esiste tra la razionalità e i mercati finanziari? Secondo i manuali di economia i mercati sono perfettamente razionali ed in grado di correggere automaticamente qualsiasi errore di giudizio dei singoli partecipanti al mercato stesso.  Eppure sino a venerdì i listini crollavano per paura che il virus greco scatenasse un'epidemia. La preoccupazione maggiore (anche se nessuno osava manifestarla) era che la malattia potesse attaccare l'obiettivo grosso: ossia la Repubblica Italiana che nel triennio 2010-2012 deve rimborsare tra interessi e titoli in scadenza 510 miliardi di euro contro 49 della Grecia. Ieri mattina tutte le paure sembravano finite: l'Eurogruppo riunito per il secondo weekend consecutivo a Bruxelles cambia idea. Anziché fornire aiuti (d'intesa con l'Fmi) per 150 miliardi di euro in tre anni alla Grecia si dice pronto a erogarne fino a 750 miliardi (500 miliardi la Ue, 250 miliardi l'Fmi) pur di chiudere definitivamente la partita. La Federal Reserve corre in aiuto riaprendo le linee di finanziamento con le principali banche centrali europee. La Bce, titubante fino a venerdì, sfodera i suoi cannoni. È la salvezza della Grecia e di tutti i Paesi europei che per decenni hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità. Ma soprattutto dell'euro. I listini corrono all'impazzata. I titoli bancari fino all'altro ieri buttati dalla finestra che adesso vedono quotazioni in crescita a doppia cifra. Oggi come ieri indipendentemente dalla loro reale situazione patrimoniale. Nel momento di massima euforia nessuno si interroga sui dettagli del piano. Su chi dovrà pagare i 750 miliardi di prestiti (che andranno restituiti). Quali misure di austerity verranno richieste. Certamente a Grecia, Spagna e Portogallo. Ma anche all'Italia se vorrà evitare la bufera. Sono piani difficili da digerire. Imporranno probabilmente più tasse e minori prestazioni sanitarie o pensionistiche. Grande moderazione salariale. In economia, purtroppo, non esistono pasti gratis.  La manovra da 25 miliardi in due anni annunciata dal ministro Tremonti marcia in questa direzione. Vuol dire anche che l'Europa sarà costretta a diventare meno generosa. Soprattutto con aree come il sud d'Italia che si preparano ad uscire dall'elenco delle regioni disagiate. Siamo tutti avvertiti. Soprattutto quanti ancora in Sicilia restano convinti che l'età dello spreco e della dissipazione di risorse pubbliche è destinata a durare in eterno. L'illusione è finita ieri a Bruxelles. C'è una sola strada possibile per uscire dalla crisi ed è la crescita. Vuol dire tagliare la spesa improduttiva e puntare sugli investimenti. Purtroppo la pubblica amministrazione in Sicilia si muove in direzione esattamente opposta.  Lo confermano i tentativi di reclutare nuovi precari. Oppure la loro stabilizzazione in barba a tutte le regole della buona gestione. Fino ad arrivare a situazioni assurde come quella segnalata ieri da una giovane avventizia. Si è dichiarata stufa di guadagnare 530 euro per non fare nulla. Vorrebbe almeno lavorare. Nessuno però sa bene che cosa farle fare.

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