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La gioventù rosanero più forte dell'orgoglio rossonero

Che stagione! Battuti due volte, in casa e fuori, Milan e Juventus, due dei club più ricchi del mondo. Il fatturato della società rossonera è di 234 milioni, circa quattro volte quello di via del Fante. È per ricchezza settima in Europa. Insomma il Palermo ieri sera era già in Champions. Nonostante i 64 milioni presi per Kakà, il Milan ha chiuso con un bilancio in rosso di 10 milioni, che viene coperto dalla Finivest (in sostanza Berlusconi). Milan e Juventus sono accomunati non solo dall’entità dei bilanci ma anche dalla passione per i giocatori maturi che nel caso dei rossoneri sfiora il collezionismo geriatrico. Sommata l’età dei giocatori schierati ieri da Leonardo, dal più giovane (Thiago Silva 25 anni) al più vecchio (Dida 36), si ottiene 338 anni che diviso 11 fanno una media di 30,7 anni, contro 280 anni e una media di 25,4 dei rosanero. E il cambio Inzaghi (36 anni) non migliora la situazione. Picasso, tra mogli, amanti, figli e migliaia di quadri, disse: «La giovinezza non ha età». Ma lui dipingeva. Non giocava a calcio. Oddo, per esempio, è un giocatore palindromo, che significa soltanto una parola che letta da sinistra e destra oppure da destra a sinistra si mantiene eguale. Come ottetto o radar. Oddo ha 33 anni e ha giocato da centrale, perchè il Milan aveva finito i marcatori. Due gol su tre arrivano da suoi errori: nel secondo si fa rubar palla da Hernandez, nel terzo fa girare Miccoli e quello s’inventa la parabola perfetta. Pirlo aveva regalato la prima rete a Bovo restando attaccato al palo e non facendo due passi avanti (due faticosi passi...) per metterlo in fuorigioco. Con tutto il rispetto per il passato di questi giocatori, siamo sicuri che certe volte non sia meglio un ragazzino? Eppure i tre primavera rossoneri sono rimasti in panchina. Abbiamo ammirato l’orgoglio del Milan, vecchio leone ferito, che non ha mai mollato la partita, ma ciò non basta a vincere. Insomma noi ci teniamo (finchè potremo) Hernandez, Kjaer e Pastore. E pensiamo (sottovoce) che anche la nazionale di Lippi potrebbe perdere dal Palermo (e forse da troppe altre squadre) per i motivi di cui sopra. Il nostro cartellino (5 punti a gol, da 0 a 3 a ciascun tiro secondo pericolosità) dà un finale di 24-16 (primo tempo 13-7) che dice di una vittoria meritata ma con una certa sofferenza. Se si guardano le statistiche del Milan (fonte Lega calcio) la squadra di Leonardo è prima per possesso palla, per numero di palloni giocati, per passaggi riusciti, per supremazia territoriale (cioè possesso di palla nella metà campo avversaria). Eppure è lontana dallo scudetto. Il paradosso era chiaro anche ieri sera: i rossoneri girano la palla a ritmo lento e entrano poco in area di rigore. Imparino come si danza da Hernandez e Pastore.

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