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A Capo Gallo nulla è cambiato

Ventuno giorni passati invano. Nel silenzio e nel disinteresse più assoluti. Come se niente fosse. Era il 3 aprile e da queste colonne lanciavamo l’allarme sul degrado in cui versava la riserva di Capo Gallo, uno dei gioielli ambientali della Conca d’Oro. Con vecchi e maleodoranti cassonetti a farne da porta d’ingresso sul fronte di Barcarello, sterpaglie lungo i sentieri, pozze imputridite fra gli scogli e sfabbricidi a storpiarne il profilo. Non è cambiato nulla. L’estate è imminente, il pienone di bagnanti e visitatori sarà conseguenziale, il rischio di un peggioramento delle attuali condizioni una certezza. Non servono finanziamenti europei o conferenze di servizio per spostare quattro cassonetti ed eliminare sterpaglie e cartacce. Bastano buona volontà e senso di responsabilità. Finora sono mancati. C’è ancora tempo, se si vuole evitare che prima ancora dell’arrivo dell’estate, la riserva finisca... in riserva.

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