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Cento posti, mille perplessità

La Regione sembra proprio intenzionata ad assumere altri cento precari. Si tratta di figure professionali assolutamente indefinite. I posti, chiamamiamoli così, messi nel bando parlano di trentotto «facilitatori di servizi» per il lavoro cui si aggiungono nove coordinatori provinciali. Altre ventuno figure riguardano i coordinatori dei corsi di formazione degli addetti agli sportelli multifunzionali. Poi ci sono una decina di sistemisti e altre indicazioni altrettanto fumose. Complessivamente l'assunzione di questa gente costerà alle casse pubbliche più di due milioni di euro. Il bando è stato curato da Italia Lavoro Sicilia, agenzia che dipende dall'assessore Leanza.  Il bando ha suscitato non poche perplessità. È davvero credibile che su ventimila dipendenti della Regione non ci siano cento persone che possano svolgere le attività di cui parla il bando. Anche l'assessore si è posto questa domanda. I dirigenti di Italia Lavoro Sicilia, però, gli hanno spiegato che non c'era alternativa. I nuovi assunti andavano cercati fuori dal perimetro dell'organico. Altrimenti non sarebbe stato possibile ottenere il finanziamento totale di 2,4 milioni di euro.  È corretta l'obiezione? Probabilmente no. I cento precari, infatti, non usciranno più dall'amministrazione. Scaduto il contratto chiederanno di essere stabilizzati. Prima o poi ci riusciranno. Vuol dire che la Regione sarà costretta a pagare gli stipendi e poi le pensioni. Compresa la reversibilità a favore dei coniugi. Una spesa enorme che peserà per decenni sulle casse pubbliche. Forse è meglio rinunciare fin da ora al finanziamento.

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