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Quel romanzo chiamato Risorgimento

L’anno prossimo saranno celebrati i 150 anni dell'Unità d'Italia. E, in vista di questo importante appuntamento, cominciano ad uscire biografie di protagonisti del nostro Risorgimento e saggi sulle vicende che portarono alla nascita della nostra nazione. Paradossalmente questo avviene quando la Lega Nord si rafforza elettoralmente nelle regioni del Nord e i movimenti autonomisti nel Sud vengono rilanciati. Ma non è di questo che vogliamo parlare, anche se questo tema meriterebbe un'analisi politica approfondita. Intanto ci riferiamo ad alcuni libri, usciti in questi giorni, che affrontano le vicende della lotta per l'unità e l'indipendenza nazionale. Cominciamo con Il romanzo dei Mille (Mursia) di Claudio Fracassi, un giornalista che negli ultimi anni si è dedicato con passione alla ricerca storica. Sappiamo quanto sia ricca nel nostro Paese la letteratura su Garibaldi e i suoi fedelissimi soldati e ufficiali ma il merito dell'autore è di avere ricostruito l'impresa dell'Eroe dei Due Mondi, come un resoconto di viaggio, come una serie di reportage di un inviato di guerra. Si racconta come e perché la spedizione di una «banda di filibustieri» (come venivano definiti dalle cancellerie europee i Mille garibaldini), sbarcarono nel 1860 a Marsala - senza divise, con vecchi fucili, pochissime munizioni, pochissimo denaro - e riuscirono a sconfiggere il potente esercito borbonico delle Due Sicilie. Fracassi ha potuto attingere ai diari, alle lettere dei testimoni e protagonisti di intellettuali del Nord che si trovavano insieme ai 1089 garibaldini. Il libro ripercorre quei giorni terribili, di sangue, di gioia e di dolore: il finto sequestro delle navi a Genova, la tumultuosa traversata, la fredda accoglienza in Sicilia e poi la crescita della simpatia nella popolazione. E ancora: la fame sofferta, le paure, i combattimenti corpo a corpo, le barricate di Palermo. Sullo sfondo, gli intrighi della diplomazia (da quelli di Cavour, a quelli inglesi e di altri Stati stranieri). Un «romanzo» che ci fa riflettere sulle nostre radici e anche su molte fandonie che vengono raccontate, ancora oggi, con l'alibi del revisionismo storico, per contestare le ragioni dell'unità nazionale. Un altro «romanzo» è stato scritto ancora da un giornalista, Massimo Nava (editorialista e inviato del Corriere della Sera. Il suo libro, se non altro per il personaggio, si collega a quello precedente: La gloria è il sole dei morti (Ponte alle Grazie). Il protagonista del racconto è, infatti, un anziano generale che ha combattuto nell'impresa dei Mille con Giuseppe Garibaldi. È Nino Bixio. Prima di morire questo soldato vuole lanciarsi in un'ultima impresa: costruire una nave mercantile, attraversare il canale di Suez e avviare commerci nelle Indie Orientali. Lo farà con l'aiuto del nipote. L'autore tratteggia un affresco appassionante che abbraccia mezzo secolo e cinque continenti; racconta di guerre, donne, rivoluzioni, dei sogni di Nino e dei suoi due fratelli, animati dal comune desiderio di cambiare il mondo. Un libro affascinante che fa scoprire Bixio sotto una luce diversa da quella conosciuta nei libri di scuola. Dal Risorgimento alla prima guerra mondiale e, più esattamemte, all'impresa di Fiume, compiuta da altri mille uomini - granatieri, fanti e arditi - guidati dal poeta-soldato Gabriele d'Annunzio. Questa rischiosa avventura, che si proponeva di riportare la città all'Italia, visto che la maggioranza della popolazione era italiana, è stata ricostruita dagli storici Mimmo Franzinelli e Paolo Cavassini nel libro Fiume - L'ultima impresa di D'Annunzio (Mondadori). Quell'impresa militare fece aumentare il prestigio internazionale del poeta, anche se non sarà sufficiente a conservare all'Italia la città. Quel «sogno», infatti, durerà poco. Nel dicembre 1920 il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti ordinò lo sgombero di Fiume. Tutto questo è documentato anche con 300 foto di grande suggestione.  Con un balzo storico in avanti segnaliamo ancora un saggio sulla seconda guerra mondiale, scritto dallo storico e giornalista tedesco Guido Knopp: Wehrmacht (Corbaccio). Su questa terribile «macchina da guerra» l'autore ha indagato a fondo, ricostruendo la storia dell'esercito tedesco in ogni suo aspetto, dal 1935 sino alla sua dissoluzione, dopo la morte di Adolf Hitler.  Knopp si è posto una serie di domande: come è stato possibile che un'arma elitaria come l'esercito prussiano si sia trasformato in strumento politico del nazismo? La Wehrmacht ha collaborato ai crimini di guerra di cui si ritengono responsabili le SS? Perché l'esercito non si è arreso di fronte alla sconfitta della Germania? A questi e altri interrogativi l'autore ha dato risposte rigorose, con testimonianze e documenti d'archivio inediti di grande interesse.

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