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Fiera e teatro Biondo, Palermo rischia di perdere due spazi simbolo

Forse parlare di «scomparsa delle lucciole» di pasoliniana memoria può apparire un parallelo ingrato e azzardato. Però che Palermo stia rischiando di vivere una stagione similare, laddove le lucciole sarebbero due dei suoi spazi simbolo più importanti e conosciuti, è constatazione tristemente inconfutabile. Perché se la Fiera del Mediterraneo si è ridotta ad una sorta di ghost town del divertimento e del business e se il Teatro Biondo minaccia di pagare gli stipendi di marzo e poi far calare il sipario su se stesso, è chiaro che a pagarne il prezzo sarebbe una città intera. Incapace di tutelare e coccolare le sue istituzioni, oggi più precarie dei precari che invece la percorrono in lungo e in largo, pretendendo una stabilizzazione che stride con l’instabilità della struttura Palermo. Ed è questo un paradosso non accettabile, in un cammino in cui gli evidenti segnali del «niente è più come prima» preannunciano ormai l’arrivo di un «dopo» più che mai sconfortante. La Fiera, come raccontiamo in queste pagine, è al conto alla rovescia della propria esistenza in vita: serve mettere in piedi un evento, un appuntamento, qualcosa che ne salvi lo status fieristico prima che sia troppo tardi. Nel frattempo, 35 dipendenti sono pagati per non far nulla. E non certo per colpa loro. In una città in cui non esiste neanche un centro congressi, quello spazio è stato per anni vitale e ipersfruttato, magari metafora di una grandeur che in passato camuffava sprechi e azzardi gestionali. Adesso la politica ragiona in funzione di una opportuna privatizzazione, percorso complicato, che rischia però di non aprirsi neanche, se nel frattempo non si batte un colpo. Per una Fiera che si prova a far resuscitare, un Teatro Biondo che è alle soglie dell’encefalogramma piatto. Il Comune ha tagliato i viveri e lo Stabile adesso arranca. Ieri il direttore Pietro Carriglio, colui che ne ha risollevato le sorti ed esportato il marchio anche oltre lo Stretto, ha lanciato l’allarme, accorato pur se non urlato, come raccontiamo a pagina 47. Poche ore dopo veniva allestito un tavolo di regìa col Comune per trovare soluzioni immediate. La crisi vale per tutti. Ma la città deve tenere. E con essa le sue lucciole.

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