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Non dare illusioni ai disoccupati

Torna la carica dei precari. La Regione siciliana crea mille nuovi posti esclusivamente destinati ai disoccupati. Per salvare un po' la faccia ha deciso di camuffarli come articolazione dei corsi di formazione professionale. Si tratta di uno stage da cinquecento euro al mese per un anno da effettuare presso aziende pubbliche o private. Il bando è stato pubblicato esclusivamente sul sito della società Italia Lavoro Sicilia Spa - non sulla Gazzetta ufficiali o sui giornali - e ci sarà tempo per presentare la domanda fino a mezzogiorno del prossimo 17 marzo. L'operazione costerà 10 milioni di euro, garantiti dal Fondo sociale europeo. Insomma invece di creare lavoro la Regione si limita a fabbricare posti. Meno di un mese fa c'era stato il blitz sui 3.300 della società Spo che il Comune di Palermo non era più in grado di pagare. Finiranno nel gran pancione della Regione. Adesso i mille finti stage presso società amiche. Purtroppo le peggiori abitudini non vengono mai abbandonate. Passano da un governo ad un altro, da una maggioranza alla successiva. La tentazione però resta intatta. Acquistare un po' di consenso a spese delle casse pubbliche. Incuranti di tutte le promesse di un rinnovato rigore. Senza occuparsi minimamente di quello che accadrà dopo. Delle illusioni che fioriscono fra questi giovani disoccupati che, per un anno riceveranno una mancia da qualche centinaio di euro. Poi si apriranno le strade della disoccupazione o quelle delle ripetute manifestazioni di piazza per ottenere, in qualche modo, la stabilizzazione.  Una domanda: non sarebbe meglio impiegare le risorse per aiutare lo sviluppo delle imprese? In questa maniera sarebbe più semplice creare occupazione davvero stabile. Invece accade esattamente il contrario. La Regione butta via i soldi ma non offre nessun aiuto al sistema industriale. In questa maniera gli imprenditori si tengono alla larga dalla Sicilia e, quelli che ci sono tendono a fuggire come dimostra il caso della Erg. Il risultato? Quello che è stato denunciato la settimana scorsa da Ivan Lo Bello: la Sicilia diventa sempre più povera tanto che il reddito pro-capite è precipitato al 60% della media nazionale. Vuol dire che siamo tornati ai livelli del 1974. La classe politica regionale, però, resta a guardare. Invece di dare un colpo d'acceleratore continua a trastullarsi con i vizi del passato. Nessuna riforma all'orizzonte. Nessun reale intervento per rendere più efficiente la macchina amministrativa. I tempi per ottenere un'autorizzazione restano biblici. I crediti che le imprese vantano presso la committenza pubblica sono bloccati. Eppure basterebbe velocizzare la liquidazione delle fatture per dare linfa alle imprese e consentire loro di lavorare. Potrebbero creare lavoro e occupazione reale. Invece la Regione preferisce distribuire mance e creare illusioni.

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