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La Sicilia e le prediche inutili

Il reddito pro-capite in Sicilia è sceso a valori inferiori al 1974, quando era pari al 65% del reddito medio nazionale: nel 2009 è calato al 60%, cinque punti percentuali in meno rispetto a 35 anni fa. È il dato citato dal presidente regionale di Confindustria, Ivan Lo Bello. Per capire: in termini assoluti il reddito medio degli italiani è pari a 24 mila euro. La Sicilia non supera i 16 mila. Una distanza che si sta allargando. Soprattutto una distanza che simboleggia il profondo solco che si sta aprendo tra l'isola e il resto del Paese. Lo Bello sollecita «una riforma immediata della pubblica amministrazione».  Vuol dire che a questo punto serve una svolta radicale. Bisogna far scendere il peso dell'intervento pubblico e favorire lo sviluppo del sistema privato. Bisogna abbattere i costi della burocrazia e renderla più efficiente. È necessario che la pubblica amministrazione lavori a servizio delle imprese e del cittadino. Oggi la sua principale attività è quella di alimentare la sua esistenza. È uno strumento assolutamente autorefenziale che ha perso l'aggancio con la realtà. Un elefante che corre senza una meta precisa che non sia la perpetuazione di se stessa. Tanto più che molte delle riforme fatte finora sono rimaste assolutamente sulla carta. E valga il vero.  La Sicilia è al primo posto per attivazione di sportelli unici, nel 79,7% dei Comuni, rispetto alla media nazionale che è del 70,6%. In teoria significa che fare le pratiche burocratiche per l'apertura di nuove attività dovrebbe essere facilissimo. Ma esiguità di personale, frammentazione delle competenze, eccesso di passaggi burocratici portano la regione all'ultimo posto in Italia per tempi e costi di rilascio delle autorizzazioni. Basti pensare che in Europa i tempi di avviamento di un'impresa sono di otto giorni con un costo di 417 euro. In Italia la media è di 64 giorni con una spesa di oltre 4.000 euro. In Sicilia va anche peggio, con tempi che possono sfiorare in alcuni casi anche i due anni. Il rapporto cresce riguardo ai tempi di pagamento delle fatture alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni: 30 giorni è la media europea, 10 giorni nel Regno Unito, fino a un anno in Sicilia. È chiaro che in queste condizioni non si fa sviluppo.

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