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Cambiare la Sicilia? Si può

Cambiare la Sicilia si può. Anzi si deve. Bisogna mettere in campo le energie necessarie per liberare la Sicilia dal sottosviluppo, dalla disoccupazione e dalla mafia. Il cammino non sarà breve, per questo la politica ha il dovere di accelerare il passo e di intervenire con urgenza per superare la crisi congiunturale e il deficit strutturale della nostra Regione. Per questo il Partito Democratico siciliano, pur non avendo responsabilità di governo, ha presentato in Ars, nell'ultimo mese, tre disegni di legge importanti per il lavoro e lo sviluppo. Il primo riguarda il credito d'imposta per l'occupazione e prevede un consistente bonus fiscale per le imprese che assumono lavoratori a tempo indeterminato, con una maggiore riduzione delle imposte per l'assunzione delle donne. È una proposta che, riducendo il costo del lavoro, può agevolare le imprese e creare, con un'adeguata copertura finanziaria, dodicimila nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani, nei prossimi tre anni. La seconda proposta di legge del Pd riduce del cinquanta per cento il numero delle società partecipate dalla Regione, anche al fine di migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese ed eliminare sprechi di denaro pubblico. Per lo sviluppo produttivo della Sicilia bisogna infatti snellire la burocrazia, appesantita da una miriade di società pubbliche che spesso rappresentano solo un inutile costo della politica. Il terzo progetto di legge del Pd riguarda il miglioramento del sistema di smaltimento dei rifiuti, che comporterà la riduzione degli Ato e delle tasse per i cittadini ed una migliore tutela dell'ambiente.
Su questi progetti di legge il Pd ha aperto un confronto con il governo regionale per affrontare alcune delle principali emergenze economiche e sociali in cui versa la Sicilia dopo quasi dieci anni di cattivo governo del centrodestra. La nostra isola ha bisogno, inoltre, di un piano strategico di sviluppo produttivo capace di rilanciare l'occupazione, che ha registrato nell'ultimo anno la perdita di cinquantamila posti di lavoro. Ciò è possibile utilizzando presto e bene i diciotto miliardi di euro di fondi europei e per le aree sottoutilizzate (Fas), previsti per il periodo 2007-2013. Sulla drammatica crisi economica e sociale, di cui è emblema la Fiat di Termini Imerese, abbiamo chiesto un dibattito in Ars per impegnare il presidente della Regione ad intervenire tempestivamente, anche nei confronti del governo nazionale, per affrontare in particolare la crisi dell'agricoltura e dell'industria. Nei prossimi giorni presenteremo altri disegni di legge per l'istituzione di zone franche urbane a tasse zero per le imprese delle aree più svantaggiate, per la riforma del welfare locale e per una fiscalità a favore delle famiglie, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il Pd proporrà, altresì, un progetto di «scuola aperta» nelle ore pomeridiane per migliorare la formazione dei giovani, avvalendosi del personale docente e tecnico in esubero per i tagli decisi dal ministro Gelmini. La direzione regionale del partito ha valutato l'opportunità di modificare la legge elettorale per gli enti locali prevedendo una scheda per l'elezione dei sindaci e dei presidenti di provincia e un'altra scheda per l'elezione dei consigli comunali e provinciali. Sarà un'occasione importante per introdurre la preferenza di genere che consentirà di eleggere molte più donne. Vedremo adesso se il governo Lombardo passerà dalle parole ai fatti, dando priorità al confronto sulle riforme proposte dal Pd per cambiare la Sicilia.
* Segretario regionale del Pd

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