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Rifiuti in Sicilia, Napoli non è lontana

Napoli non è poi così lontana. E non solo geograficamente. L'emergenza rifiuti che, fino all'anno scorso sembrava un'esclusiva del capoluogo campano ora è arrivata in Sicilia. Ieri mattina a Paternò è intervenuto l'esercito per tamponare una situazione che rischiava di diventare esplosiva. Quattro militari del Genio, a bordo di altrettanti autocompattatori hanno iniziato a ripulire la città. I mezzi sono stati requisiti dal sindaco Pippo Failla, che ha mobilitato anche sei operai del comune per raccogliere la spazzatura da conferire in discarica. I dipendenti comunali lavorano scortati dai carabinieri.Strade e vie della città del catanese sono invase da cumuli di rifiuti per uno sciopero degli operatori ecologici della società che si occupa della gestione del servizio. Da giorni protestano contro il mancato pagamento degli stipendi. La situazione è talmente grave che il sindaco ha disposto la chiusura fino a martedì delle scuole per problemi di ordine pubblico e igienico-sanitario. L'emergenza si sta allargando a macchia d'olio. Anche nel comune di Adrano, dove gli operatori ecologici sono in sciopero da giorni e occupano il Comune, la situazione è al collasso. Disagi a Tremestieri. Il presidente della Regione, Lombardo che quelle zone le conosce bene essendovi nato sostiene che gli scioperi sono alimentati da forze sociali ed economiche ben identificate. A muovere la protesta sarebbero, secondo Lombardo, gli interessi lesi dalla mancata realizzazione, in quell'area, del termovaloriizzatore.
Il presidente della Regione sicuramente avrà informazioni che a noi mancano. Ne prendiamo atto. Per quanto ci riguarda ci limitiamo a notare che l'emergenza rifiuti ormai sta tracimando. Non è più un allarme limitato alla provincia di Catania. È arrivato anche nella Sicilia occidentale come dimostrano i fatti di Bagheria. Una frangia della protesta per rendere ancora più solenne il proprio disagio ha scaricato i rifiuti sul portone del Municipio e davanti alla casa del sindaco. La situazione di Palermo è ben nota a tutti. L'Amia si trova in condizioni di insolvenza. È stata decretata l'amministrazione controllata che rappresenta l'anticamera del fallimento. Un autentico record: in nessun'altra parte d'Italia esistono municipalizzate che hanno portato i libri in Tribunale. Questo disagio ha ragioni antiche. L'istituzione degli Ato è stato un fallimento. Burocrazia e costi in aumento, assunzioni clientelari a valanga. Efficienza in caduta libera. La tarsu che nessuno paga. I termovalorizzatori che restano sulla carta.
L'emergenza sanitaria che avanza. Meglio non pensare a quello che accadrà nelle città siciliane fra qualche mese quando la pioggia e il cattivo tempo saranno sostituiti dallo scirocco e dal sole estivo. È assolutamente necessario che Regione, Province, Comuni trovino una soluzione condivisa. Il presidente della Regione assume un impegno preciso. La riforma entro un mese. Sarebbe la risposta migliore dopo troppi rinvii. Ora che l’allarme monta sono indifferibili risposte risolutive. L'allarme sta montando. Se non ora quando?
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