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Rossi, chiamatelo "il veggente"

A Salerno lo chiamavano “il Profeta”. A Palermo lo chiameranno, chissà, “il Veggente”. Perchè Delio Rossi sembra avere il raro dono della premonizione. Contro la Fiorentina sceglie Hernandez prima e Budan poi, e i due attaccanti lo premiano con una tripletta squillante. Contro il Parma, sabato sera, il tecnico romagnolo rimugina a lungo prima di fare un cambio. Vede Cavani e Miccoli prima cozzare contro il muro gialloblu di Guidolin, girare totalmente a vuoto e poi inventarsi letteralmente dal nulla il gol dell'uno a zero. Vede il Parma pareggiare, con i suoi uomini ridotti praticamente in nove. Ma dalla panchina nessun cenno. Poi la mossa: dentro Simplicio e fuori Bresciano, quando tutti, me compreso, avrebbero forse scelto una punta in più, per cercare di riprendersi tre punti meritati. Ma Rossi, come il Kwisatz Haderach del film "Dune", sembra vedere lì dove noi non possiamo. E gli basta una carta per far saltare il banco, quella forse meno prevedibile. E così Simplicio, relegato in panchina, già fotografato con maglie giallorosse o nerazzurre, e anche (ingenerosamente) fischiato, mette sotto la traversa l'unica palla che gli arriva sui piedi e regala (in lacrime) al Palermo l'ennesima serata in Paradiso. Quinto posto in solitudine, ad un punto solo dal Napoli crollato a Udine, e un punto sopra una Sampdoria che sta rientrando in corsa senza Cassano. Ci voleva una vittoria proprio come questa per dimenticare l'amarezza di Bari. Una vittoria sofferta anche se ampiamente meritata, contro un Parma che – non ce ne voglia il nostro vecchio amico Guidolin – ci è parsa una squadra smarrita e alla ricerca disperata di gioco e identità. Una vittoria che vale doppio perchè ottenuta nonostante due assenze pesanti (Liverani e Bovo) e davanti ad una squadra che pensava solo a distruggere e che aveva raccattato per strada un gol di Biabiany troppo amaro per poter essere digerito. Alla fine del primo tempo le statistiche recitavano 14 falli a 2 commessi dal Parma. I numeri non mentono mai. Va detto peraltro che mentre l'assenza di Liverani si è sentita in modo notevole (manovra prevedibile, zero verticalizzazioni, Miccoli e Cavani costretti a prendere palla a 70 metri dalla porta) quella di Bovo è stata ben assorbita da un Goian che ha dimostrato – a dispetto di piedi non molto vellutati – una concentrazione e una applicazione certosina, lasciando le briciole alle “pseudo” punte avversarie. Il resto l'ha fatto l'ennesima grande dimostrazione di spirito di gruppo della squadra rosanero, e il tocco magico di Delio Rossi, che ha così recuperato anche psicologicamente un giocatore importante come Simplicio. Ora tocca alla Roma, in una partita che può tranquillamente essere considerata un vero esame di laurea per i rosanero. I giallorossi di Ranieri vanno come schegge, si sono bevuti la Fiorentina in campo e il Milan in classifica, e nonostante le dichiarazioni “low profile” del suo tecnico, sotto sotto covano la segreta speranza che l'Inter possa, da qui a Maggio, perdere qualche colpo. Vedendo la classifica e lo stato di forma della Roma, sembra una gara dal pronostico chiuso a favore dei capitolini. Ma anche loro sanno che sabato sera, sull'altra panchina siederà un vecchio avversario, che non potrà non sentire dentro di sè un clima derby che gli permetterà di preparare la partita nel migliore dei modi non solo tatticamente ma anche e soprattutto mentalmente. Provarci non costa nulla, e a questo punto fa venire anche l'acquolina in bocca. In chiusura due pensieri. Uno per Davide Ballardini, che a distanza di un anno incappa nuovamente nella “maledizione Catania”. La sua Lazio ora è in piena zona retrocessione, e forse chissà, l'ex tecnico rosanero si sarà pentito già da tempo di aver lasciato le sponde palermitane. L'altro è per i New Orleans Saints. La squadra di football della Louisiana ha vinto il Superbowl per la prima volta nella sua storia, rovesciando il pronostico che li vedeva battuti contro gli Indianapolis Colts. Il quarterback dei Saints Drew Brees – votato mvp dell'incontro – ha dedicato la vittoria alla città, e ai suoi concittadini vittime dell'uragano Katrina. Perchè lo sport è alla fine sempre il modo più bello per far avverare i sogni e compiere miracoli.

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