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Regione, serve una riforma per il personale

In queste ultime settimane l'amministrazione regionale è stata più volte al centro della cronaca per la nomina di dirigenti esterni, per le nuove figure di dirigenti regionali ed infine per la vicedirigenza. La Fp Cgil ha di volta in volta ribadito due questioni fondamentali: il rispetto delle regole (soprattutto per la selezione dei dirigenti esterni che non può avvenire senza prima una verifica delle competenze interne) e in seconda battuta, l'esigenza di mettere mano in modo definitivo alla riforma sul personale. Questo significa a nostro avviso fare finalmente quello che la crisi – mai così dirompente come nell'ultimo anno per l'economia dell'isola - richiede: un'operazione verità per evitare sprechi, doppioni di competenze e per utilizzare il personale oggi pagato dalla Regione nel miglior modo possibile migliorando l'efficienza della macchina amministrativa e, soprattutto, dei servizi pubblici. Fare cioé di quella che per l'opinione pubblica è una delle “figlie del clientelismo” - l'amministrazione regionale, appunto - un motore di cambiamento. Vero. Reale. Tangibile. Qualche giorno fa un noto quotidiano nazionale descriveva la Regione siciliana come l'amministrazione dei privilegi. In realtà le cose non stanno così. Ed anche su questo serve un'operazione verità: alla Regione si sta sempre più divaricando la forbice fra chi guadagna troppo (gli alti burocrati e i funzionari vicini alle stanze del potere) e chi guadagna esattamente come gli altri dipendenti pubblici. Alcuni esempi: oltre 6.000 dipendenti hanno uno stipendio lordo annuo che non supera i 25.000 euro e che tradotto equivale a non più di 1.500 euro al mese; oltre 5.000 dipendenti, precari da più di vent’anni per volere della politica clientelare, sono invece sulla soglia dei 1.000 euro mensili in busta paga. Per l’Istat vivere con stipendi così significa essere sotto la soglia di povertà, soprattutto se si ha famiglia e si è monoreddito.
Sulla questione della vicedirigenza non possiamo che essere d'accordo con lei, assessore Chinnici: le sentenze vanno rispettate e bisogna dare loro immediata esecuzione. Soprattutto se intervengono in un campo in cui per troppi anni la Regione è stata latitante lasciando via libera alla proliferazione di una serie infinita di vertenze legali cui alla fine deve soccombere. E i costi, anche in questo caso, non dimentichiamolo, vanno a danno della collettività.
Il vero problema non sta, però, nel dare esecuzione alle sentenze del CGA e a quelle che verranno, quanto piuttosto nell'intervenire senza più indugi per riformare globalmente l'ordinamento del personale in modo da far venir fuori concretamente le molte professionalità e competenze esistenti alla Regione e chiudere la stagione del precariato con la stabilizzazione. Come riuscire in questa che se davvero realizzata, potrebbe essere la madre delle riforme insieme a quella degli assessorati e dei dipartimenti a cui è intimamente connessa? Dotazione organica, profili professionali ed evoluti, un sistema incentivante in grado di dare motivazioni adeguate a chi lavora e a chi mette la propria competenza al servizio dell'amministrazione: sono questi, secondo la Fp Cgil, i temi cruciali che bisogna affrontare per dare risposte adeguate ai lavoratori e ai cittadini. Evitando di creare nuove nicchie di benefici economici a pochi e lasciando il resto dei lavoratori senza risposte concrete rispetto alla richiesta di una migliore qualificazione del lavoro e a retribuzioni più adeguate all'attuale congiuntura economica”.

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