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Miccoli, classe e carisma fondamentali per il Palermo

Ma è in atto la rivoluzione di Rossi:consapevolezza dei propri mezzi e voglia di giocare ovunque allo stesso modo

C’era una volta il Palermo formato trasferta. Quello timido, timoroso in campo, con il baricentro “basso” e sempre schiacciato dagli avversari. Su qualsiasi campo, da quelli delle big in lotta per lo scudetto a quelli delle provinciali alla disperata ricerca di punti salvezza. I tifosi rosanero lo sanno bene, e ben lo ricordano. Fino a pochi mesi fa, ogni viaggio lontano da Monte Pellegrino era una specie di gigantesca incognita. Tutti a chiedersi se finalmente si sarebbe visto lo stesso Palermo arrembante del “Barbera” o la sua scialba brutta copia. E tutti a dire “mah, in fondo un punticino…”. Da radiocronista posso confessarvi che più volte, raccontare fino in fondo la gara dei nostri beniamini è stata una piccola sofferenza. Ultimo incubo in ordine di tempo, quelle maglie rosanero che sembravano zattere in mezzo al mare in tempesta nel primo tempo da incubo contro l’Inter al Meazza. C’era una volta quel Palermo, che magicamente da un mese non c’è più. Ora c’è il Palermo che batte il Milan “brasileiro” di Leonardo, e che coglie punti meritatissimi a Marassi e al San Paolo. Addirittura rimpiangendo colossali occasioni che potevano portare ad una vittoria altrettanto meritata. L’adagio è vecchio, non si diventa né campioni né brocchi nel giro di un mese, e quindi l’unica spiegazione è nella testa dei giocatori, non nei loro piedi o nel loro impegno, che mai è mancato. Alla fine la spiegazione me l’ha data involontariamente Delio Rossi nel dopopartita di Napoli, rispondendo a chi gli chiedeva insistentemente se l’obiettivo del suo Palermo fosse la Champions’ League. La sua frase è di quelle da scrivere bella grande ed incorniciare ad imperitura memoria: “Nel calcio gli obiettivi non si devono dichiarare, si devono raggiungere”.
La rivoluzione silenziosa del neo allenatore rosanero è partita proprio da qui: da una semplice – ma in fondo nuova – consapevolezza dei mezzi di questo gruppo. Nulla da “annunciare” o da “desiderare”, solo punti da fare, e la ricerca della propria identità di squadra. Per essere “gli stessi” ovunque, sia nel catino infuocato del Barbera, spinti da 30mila tifosi rosanero, sia nella bolgia del San Paolo di domenica sera, con 60mila napoletani pronti a festeggiare il terzo posto della loro squadra. I risultati sono evidenti: i giocatori rosanero sembrano finalmente a loro agio su qualsiasi campo, hanno ridotto in modo drastico gli errori gratuiti e mentalmente riescono ad “assorbire” anche i momenti in cui l’inerzia della gara passa nelle mani degli avversari (vedi rigore fallito domenica sera da Miccoli). A proposito dell’attaccante salentino, dopo il suo sfogo di domenica sera il presidente Zamparini ha tenuto a precisare che non c’è alcun caso e tutto è sotto controllo. Noi lo speriamo fortemente, perché la classe e il ruolo di leader carismatico di Miccoli è qualcosa che a questa squadra serve molto, soprattutto se si vuole puntare a certi obiettivi sino in fondo. Rossi ha detto chiaramente “gli interessi della squadra vengono prima di quelli dei singoli”, ed ha ragione da vendere. Ma sappiamo anche che il tecnico romagnolo ha l’esperienza necessaria per “smussare” gli angoli se necessario. E anche la giusta saggezza. Note a margine di Napoli-Palermo. Un tornello divelto e smontato. I pezzi scagliati con violenza su poliziotti e steward (incolpevoli e disarmati). Sei feriti il bilancio, di cui due con trauma cranico. Questo prima della partita. Durante la gara il solito odioso raggio laser puntato su Miccoli al momento del rigore e addirittura (colmo della stupidità) sul volto di De Sanctis mentre rilasciava l’intervista post-partita. Insomma, l’ennesima cronaca di ordinaria idiozia. Che la madre dei cretini sia sempre incinta è fatto arcinoto. Che alcuni di questi frequentino purtroppo gli stadi anche. Che la Lega sia per ora incapace di prendere misure drastiche per arginarli altrettanto. Con buona pace di chi cretino non è, e va allo stadio in modo allegro e pacifico solo per godersi una bella partita. Come Napoli-Palermo.

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