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Migranti soccorsi dalla Diciotti, in carcere i quattro scafisti: "Violenze e abusi sessuali sulle donne"

La nave Diciotti nel porto di Catania

Il gip di Messina ha convalidato i fermi dei 4 scafisti che guidavano l'imbarcazione soccorsa dalla nave Diciotti della Guardia Costiera il 16 agosto e fatti sbarcare la scorsa settimana, a Catania.

A tutti è stata applicata la custodia cautelare in carcere. I fermi sono stati disposti dalla Procura di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi. I quattro - tre egiziani e un benbalese - sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza sessuale.

Ad accusare i 4 scafisti sono i migranti che viaggiavano sull'imbarcazione soccorsa dalla Diciotti. I pm di Palermo hanno acquisito i racconti dei primi 13 profughi fatti sbarcare per esigenze sanitarie dalla Diciotti a Lampedusa. Le loro testimonianze sono state confermate da alcuni dei minori sentiti subito dopo lo sbarco a Catania.

Oltre a indicare chi era alla guida del barcone, le vittime hanno descritto il capo dell'organizzazione criminale che organizza i viaggi: di lui conoscono solo il nome Abdusalam. "Gli uomini di Abdusalam ci impedivano di allontanarci dalla prigione e violentavano le donne", hanno raccontato i testimoni riferendosi alle violenze subite durante la prigionia in Libia in attesa del viaggio verso l'Italia.

Le indagini dei magistrati palermitani, che puntano anche a individuare anche i capi dell'organizzazione che gestisce la tratta di uomini, però non si fermano e nei prossimi giorni verranno sentiti anche i profughi sbarcati per ultimi a Catania, ospiti ora del centro di accoglienza di Messina.

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