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Ottantenne uccide la moglie: «Mi ha negato un rapporto, avevo pure preso il viagra»

Il carcere Villa Fastiggi di Pesaro

Terzo femminicidio nel giro di pochi giorni. Continua la scia di sangue e violenza nei confronti delle donne, senza sosta anche nel periodo delle feste natalizie. L’ultimo delitto è avvenuto la notte tra Natale e Santo Stefano, vittima una donna di 61 anni di origine ucraina, uccisa dal marito 80enne. L’omicidio si è consumato nell’abitazione della coppia a Fanano di Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, al confine tra Marche e Romagna, frazione di uno Borghi più Belli d’Italia, famoso per la Rocca che fece da sfondo alla infelice storia di Paolo e Francesca.

Il rapporto negato

Vito Cangini, il pensionato omicida, a quanto si è appreso era geloso ed era convinto, senza alcun motivo, che la moglie Natalia Kyrychoc, in Italia da 20 anni e sposata con lui da 17, lo tradisse. Ma la notte tra il 25 e il 26 dicembre è successo dell’altro, lo si apprende dal Resto del Carlino. L’avrebbe uccisa dopo che lei si era rifiutata di avere un rapporto sessuale: «Me l'aveva promesso, avevo preso anche il viagra. Quando mia moglie ha detto di no mettendosi a dormire, non ci ho visto più», ha ammesso l’uomo. Così ha preso un coltello e ha colpito la moglie al petto con almeno 4 fendenti, uno dei quali l’ha raggiunta al cuore, provocando la morte immediata di Natalia.

Di notte con il cadavere in casa

Cangini ha trascorso la notte in casa con il corpo della moglie che giaceva nel sangue. Poi la mattina del giorno di Santo Stefano ha fatto una passeggiata con il cane, e il pranzo, bevendo tanto vino. Ha cercato almeno due volte di dare l'allarme, prima parlando con un conoscente incontrato in giro, poi con un’amica della moglie chiamata al telefono, ai quali ha raccontato in maniera confusa che cosa era successo. Ma nessuno gli ha creduto. Finché nel tardo pomeriggio ha telefonato lui stesso al ristorante di Misano Adriatico dove Natalia lavorava come cuoca e al titolare, uno dei bersagli della sua gelosia, ha detto che la moglie quel giorno non sarebbe venuta, anzi che lui non l’avrebbe più rivista perché l’aveva uccisa. Anche se il racconto di Cangini era sconclusionato, forse per effetto del troppo vino bevuto, il ristoratore si è rivolto ai carabinieri di Cattolica, che a loro volta hanno allertato i colleghi di Gabicce e Pesaro.

La confessione immediata

Quando i militari sono arrivati a casa sua, il pensionato, apparso in stato confusionale, ha subito ammesso tutto. Li ha accompagnati in camera da letto, dove il cadavere di Natalia era ancora sul pavimento. Gli accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo di Pesaro sono andati avanti tutta la notte, con il sostituto procuratore della Repubblica di Pesaro di turno Giovanni Narbone a coordinare personalmente le indagini. Lo stesso pm ha interrogato Cangini alla presenza del suo difensore, l’avvocato Stefano Vichi. Al termine il pensionato, reo confesso, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio della moglie e rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi, a Pesaro.

L'ipotesi di una perizia psichiatrica

Per domani è prevista l’autopsia sul corpo della donna: già ad un primo esame sono apparsi evidenti i segni di arma da taglio. Il coltello utilizzato è stato sequestrato. Il legale dell’omicida tenta di abbozzare una linea di difesa parlando di «un raptus improvviso, scaturito dal rifiuto della moglie di avere rapporti. Valuteremo se chiedere una perizia psichiatrica».

Natale di sangue

La morte di Natalia si aggiunge ai due femminicidi avvenuti in questi giorni: nella Val di Sangro un marito 74enne ha ucciso la moglie di 72, malata di Alzheimer, buttandola in un corso d’acqua. Ad Amelia (Terni), un ottantenne medico in pensione la notte della vigilia di Natale ha ucciso la moglie, ex maestra, anche lei gravemente malata. In Sicilia è ancora fresco il ricordo dell'omicidio di Jenny Cantarero, la giovane mamma assassinata a Misterbianco a colpi d'arma da fuoco da un trentenne che poi si è suicidato.

Oltre cento femminicidi nel 2021

Secondo i dati del Ministero degli Interni, con quello di Gradara si superano i 100 casi di femminicidio in ambito familiare nel 2021. Nell’ultimo anno, in base ai report raccolti fino a novembre, la violenza contro le donne ha portato un aumento dell’8% del numero delle vittime. Natalia è l’ultima. Lascia un figlio, avuto da una precedente unione, che vive altrove.

 

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