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Anche la Francia scopre vantaggi dell'alimentazione a metano

Sempre meno affascinati dallo scenario 100% elettrico, anche i francesi stanno scoprendo il metano come fonte energetica accessibile e molto pulita, tanto che le previsioni l'Association Française du GNV parlano di una quota del 12% delle vendite di auto e veicoli commerciali alimentati a metano al traguardo del 2030. Nonostante un parco circolante GNV (gas naturale veicolare) di 10.800 unità in Francia e di 13.000 in Belgio, costituito sostanzialmente da auto acquistate prima del 2011, cioè quando era in vigore un incentivo di 2.000 euro (sia per il metano che per il Gpl), la soluzione GNV sta attirando al momento il mondo dei veicoli pesanti, che sempre più numerosi - sia nelle flotte per il trasporto merci su gomma che per il trasporto passeggeri - vengono convertiti a questa alimentazione. Dal 2014 ad oggi questo numero è praticamente raddoppiato, con 4.700 bus e 2.300 Tir che viaggiano oggi a metano. Un esempio arriva da Bordeaux dove l'azienda di trasporti pubblici Keolis ha rinnovato un quarto dei suoi bus con ordine di 27 veicoli alimentati a metano. L'Association Française du GNV sottolinea come questo combustibile emetta dal 5 al 10% in meno di CO2 rispetto ai motori Diesel, già molto convenienti rispetto ai benzina. E se il calcolo si effettua tenendo conto delle caratteristiche e della filiera produttiva del biometano - ricavato da scarti agricoli o dall'umido domestico - il vantaggio in termini di CO2 arriva all'80% rispetto al diesel, tanto che la previsione indica consumi di metano bio al 20% nel 2020 per salire al 40% entro il 2030. In Francia resta il problema dell'approvvigionamento per chi non dispone di serbatoi di erogazione aziendali, dato che i distributori lungo le strade sono solo 95 (e nessuno in Belgio) e per accompagnare la crescita del circolante occorre che se ne realizzino 100 all'anno, con l'obiettivo di avere 1.700 punti di rifornimento nel 2035 quando saranno in circolazione 1,8 milioni di mezzi alimentati a metano. Tutto ciò richiederà un investimento di circa 1,2 miliardi di euro che - afferma l'Association Française du GNV "sembra ragionevole non solo dal punto di vista dei benefici che ne deriveranno, ma anche sul piano della redditività per gli operatori".

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