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Protesta del latte, bozza di accordo per 72 centesimi al litro: referendum nelle campagne

La protesta dei pastori siciliani a Poggioreale

Una bozza di accordo per ottenere da subito 72 centesimi a litro per conferire il latte di pecora come acconto e una serie di paletti all’interno di una griglia che permettano agli allevatori sardi di strappare, a fine stagione, un saldo di un euro al litro. E’ questa l’intesa di massima raggiunta dopo otto ore di confronto, aperto a Cagliari dal ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio.

Una trattativa tutt'altro che semplice e in salita, dopo quasi 10 giorni di proteste e tensioni che hanno caratterizzato la nuova mobilitazione sul prezzo del latte. Ecco perché l’accordo non è stato ancora sottoscritto: tre giorni di tregua e una sorta di referendum nelle campagne per capire se l’intesa può essere firmata dalle organizzazioni agricole e dagli stessi rappresentanti «diretti» dei pastori che non hanno mollato sul prezzo finale: un euro al litro più Iva.

Una remunerazione che gli industriali e le cooperative ritengono troppo alta ad oggi. Ma che è destinata a salire, forse anche a 1,20 euro al litro, grazie ai quasi 50 milioni messi in campo, da Regione Sardegna, Governo e soggetti privati per ritirare il Pecorino Romano invenduto e che, stoccato nei magazzini, fa scendere il prezzo del prodotto da grattugia che determina quanto pagare il latte agli allevatori.

Il tavolo resta però aperto e il 21 febbraio ci si rivedrà al ministero a Roma per chiudere definitivamente, se il mondo della campagne darà l’ok a questa proposta dopo un’estenuante tira e molla tra allevatori e Industriali, incontrati anche separatamente dal ministro centinaio e dal governatore sardo, Francesco Pigliaru.

La distanza tra le parti è stata fino all’ultimo quella dei 30 centesimi: 0,70 il prezzo ipotizzato dai trasformatori; 1 euro più iva quello che chiedevano i pastori, che per protesta buttano il latte in strada o lo regalano a scuole, indigenti e cittadini, piuttosto che conferirlo agli industriali ad un prezzo di 60 centesimi al litro.

Ora però si parte da una base più alta. E tra gli impegni di massima discussi al tavolo anche quello per vendere il Pecorino Romano a non meno di 6 euro al chilo.

Nel frattempo, mentre da un lato si registrano ancora assalti a furgoni che trasportano il latte e dall’altra la solidarietà della Chiesa e di pastori di altre regioni, come quelli di Cascia (gemellati con gli allevatori sardi), Silvio Berlusconi conferma quanto detto ieri dal presidente dell’Europarlamento. «Con Antonio Tajani ci siamo già mossi, abbiamo parlato con il ministro dell’Agricoltura europeo, Phil Hogan, che ha garantito di mettere a disposizione fondi importanti per la promozione in tutta Europa dei validissimi prodotti sardi». E mercoledì, prima del nuovo tavolo, anche Centinaio dovrebbe incontrare Hogan.

Intanto, per dimostrare la solidarietà ai pastori sardi Coldiretti organizza il primo Pecorino Day con appuntamenti nei mercati di Campagna Amica in tutta Italia.

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