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Foibe, in 3.000 a Basovizza, Salvini: "Chi nega uccide 2 volte"

Corone di alloro al monumento della Foiba di Basovizza (Trieste)

«Non esistono martiri di serie A e martiri di serie B» e «i bimbi delle foibe e quelli di Auschwitz sono uguali». Come le migliaia di istriani, fiumani e dalmati cacciati dalle loro case tra l’8 settembre del 1943 e il 10 febbraio del 1947 «perché italiani": tutte «vittime» per troppo tempo «dimenticate».

E’ un messaggio chiaro e di forte condanna contro «ogni negazionismo» quello lanciato dal vicepremier Matteo Salvini e dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che oggi a Basovizza (Trieste), hanno preso parte alla cerimonia solenne per ricordare la tragedia delle Foibe. Parole per la giornata del Ricordo, istituita con legge dopo un lungo e travagliato percorso nel 2004, che ricalcano quanto sottolineato ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia al Quirinale.

Una pagina di storia, aveva definito le Foibe il capo dello Stato, che è una «tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata» e che non può essere soggetta ad alcuna forma di «riduzionismi o negazionismi». Per questo Mattarella ha chiamato l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che «ha fatto tanto per restituire alla memoria nazionale quei tragici eventi».

Sulla stessa linea del capo dello Stato anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati, per la quale «la verità storica non può essere nascosta, è più forte di qualsiasi ideologia, di qualsiasi negazionismo». Non dimenticare «tragedie come queste - ha ricordato - è un imperativo per ogni democrazia che si rispetti».

E mentre Milano entro l’anno avrà un monumento in memoria delle vittime delle Foibe, come ha annunciato il sindaco Giuseppe Sala, da Trieste anche Salvini e Tajani condannano duramente ogni forma di negazionismo. «Chi nega, uccide due volte», ha detto il vicepremier, mentre il presidente dell’Europarlamento sottolinea: «chi nega è complice di quello che è accaduto». Molti gli esponenti politici che da tutta Italia hanno fatto sentire la loro vicinanza, anche via social - dal presidente della Camera, Roberto Fico, al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta - in questa importante giornata. Diversi i parlamentari presenti invece a Basovizza: dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Vincenzo Zoccano al vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, alle esponenti dem, Debora Serracchiani e Tatjana Rojc. Ma anche circa 3mila persone che hanno preso parte alla cerimonia e tantissimi giovani, tra cui i 400 studenti degli istituti superiori provenienti da varie città d’Italia. Ed è a loro che è rivolta la promessa del vicepremier Salvini: «farò tutto quello che sarà in mio potere da vicepresidente del Consiglio perché su tutti i banchi di tutte le scuole italiane la storia non si fermi, perché non ci siano stragi dimenticate».

Dopo la cerimonia Salvini si è spostato all’ex campo profughi di Padriciano (Trieste) che ospitò centinaia di esuli istriani, e che ogni anno riceve circa 7-8 mila studenti. «Ai giovani il dovere di continuare a rendere onore ai nostri martiri», ha detto via Twitter il presidente del Parlamento Ue, Tajani. "Bello vedere tanti giovani a Basovizza per il Giorno del Ricordo».

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