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Multe cancellate a Roma, 197 indagati

Un sistema oliato grazie al quale migliaia di multe venivano cancellate. Con la connivenza di un allora funzionario del Comune di Roma ottenevano di fare annullare contravvenzioni per ingressi non consentiti nella Ztl che delimita zone nevralgiche del traffico cittadino. In una parola: 'multopoli', il nuovo filone della maxindagine della Procura di Roma che vede indagate complessivamente 197 persone tra cui anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Le ipotesi di reato contestate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Francesco Dall'Olio sono di falso e truffa. Al momento gli inquirenti, che hanno delegato le indagini alla Guardia di Finanza, non hanno trovato riscontri ad ipotesi corruttive. I fatti contestati risalgono al biennio tra il 2012 e il 2014. I modus operandi dei "clienti" per ottenere la cancellazione della contravvenzione erano i più vari. Per quanto riguarda la posizione di Lotito, a cui oggi sono stati sequestrati oltre 26 mila euro da società a lui riconducibili, gli inquirenti hanno accertato che faceva risultare come veicoli di scorta auto private che erano state multate. Il sequestro preventivo ha riguardato anche una società di autonoleggio per circa 800 mila euro.

"Si tratta di un clamoroso equivoco che verrà prontamente chiarito nelle sedi competenti", tengono a precisare i legali di Lotito sottolineando che "le cifre contestate si riferiscono a multe di circa 15 mila euro divenute di 26 mila euro per effetto delle sanzioni previste dalle cartelle, che riguardano macchine intestate a società di cui il Presidente è socio". Oggi l'indagine ha vissuto una accelerazione con il decreto di sequestro preventivo per oltre un milione di euro disposto dal gip Anna Maria Fattori. In totale, dal 2008 al 2014, sono state circa 14 mila le posizioni "debitorie" illegalmente cancellate per un totale di circa 16 milioni di euro. Per ragioni legate alla prescrizione circa 15 milioni di euro di multe non pagate non rientrano in questo procedimento penale ma gli accertamenti proseguiranno davanti alla Corte dei Conti dove vige un regime diverso in tema di prescrizione.

L'indagine è partita dalla denuncia di una dipendente comunale che ha notato anomalie nel dipartimento risorse economiche del Comune che ha tra le competenze anche quelle relative alle sanzioni amministrative e si occupa delle istruttorie sulle violazione del codice della strada. Gli inquirenti hanno accerto che l'ex responsabile dell'ufficio comunale, Pasquale Libero Pelusi, contrassegnava le istruttorie che dovevano essere archiviate e non segnalate all'Agenzia delle Entrate. In riferimento al suo ruolo il gip scrive che Pelusi "benché titolare 'pro tempore' della gestione non era deputato ad istruire direttamente le pratiche connesse al discarico di cartelle esattoriali come invece ha fatto mediante un accentramento autoritativo ed abusivo di moltissime di esse", si legge nel decreto di sequestro. E mentre dal Campidoglio si sottolinea che l'inchiesta si riferisce a fatti relativi al periodo 2012-2014, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha espresso "un ringraziamento e pieno sostegno alla Procura di Roma per la lotta alla corruzione in una città che, come sottolineato sabato dal Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, deve impegnare tutte le proprie risorse per ripristinare giustizia e legalità, e contrastare la criminalità a ogni livello".

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