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La Lazio gioca meglio ma alla fine vince la Juventus: decide Ronaldo, Napoli a -11

La Lazio sogna una notte magica, riesce a varcare la soglia, a superare il limite, ad arrivare dove nessuno in Italia osa, facendo trascorrere alla Juve un brutto quarto d’ora. Per 15', infatti, la grande impresa si materializza, poi il sogno svanisce e si trasforma in incubo; perché la Juve, alla prima azione costruita, realizza l’1-1. Quando tutto sembrava scontato, la voracità dei bianconeri permette a Cancelo, già autore del pareggio, di procurarsi un rigore e a Ronaldo di convertirlo nel 2-1.

Partita elettrizzante, e tutt'altro che banale, all’Olimpico, con tanti episodi e tante occasioni sprecate dalla Lazio che avrebbe potuto affondare il transatlantico bianconero, rimasto a galla per chissà quale inestricabile dilemma. La Lazio ha giocato con coraggio e avrebbe meritato di più del pareggio, figurarsi una sconfitta. Che invece è arrivata e ha affossato i biancocelesti oltre ogni demerito. La Lazio avrebbe meritato di più, la Juve meno ma, per dirla alla Lineker: si corre, si soffre, si gioca, ma alla fine vince sempre la stessa squadra. Almeno in Italia.

E’ la sfida dei grandi assenti: la Lazio va in campo senza Acerbi e Marusic, ma è la Juve a pagare il conto più salato, costretta com'è a rinunciare a Mandzukic, Pjanic, Cuadrado e Khedira. Dopo 10', peraltro, si fa male Bonucci, che resterà in
campo per un’altra mezz'ora, poi alzerà bandiera bianca (dentro Chiellini). Nel primo tempo la Lazio fa la Juve, anche se non
possiede la stessa cifra tecnica. Ai biancocelesti va riconosciuto, però, il merito di avere l’impatto giusto sulla partita: grinta e determinazione, voglia di lottare su ogni pallone, le doti che permettono alla squadra di Simone Inzaghi di prendere il comando delle operazioni e di creare in svariate occasione i presupposti per il gol.

E la Juve? Nel primo tempo non tira mai in porta, Emre Can sembra l’ombra di sé stesso, Dybala gira a vuoto e Ronaldo predica nel deserto. E’ una Juve inconsistente, che non riesce a incidere, ma limita i danni.  E meno male che la difesa regge, malgrado la menomazione di Bonucci. E’ Rugani a caricarsi sulle spalle il peso di una retroguardia inedita. Già al 10' salva su Correa che, con un cross tagliente, aveva superato Szczesny. Wallace fallisce l'impatto di testa col pallone, colpendolo di spalla e fallendo
il possibile 1-0 al 12'. Al 19' ancora Correa, il più pericoloso della Lazio, impegna Szczesny che al 37' compie un mezzo miracolo, respingendo una conclusione di Parolo, dopo che al 27' era intervenuto sul Luis Alberto. Un salvataggio di Rugani a pochi metri dalla linea su pallonetto di Immobile chiude il tempo. Della Juve si ricorderanno solo le proteste per un intervento dello sciagurato Wallace che devia il pallone in scivolata sul proprio braccio; un intervento tra il fantozziano
e il tafazziano che, per poco, non regala un rigore agli avversari.

Nella ripresa la Juve s'è desta, dopo che Allegri inverte le ali (Ronaldo a destra, Douglas Costa a sinistra) e dopo 2' proprio Douglas Costa mette al centro per Ronaldo che, a pochi passi dalla porta, non arriva sul pallone. La Lazio risponde subito con Luis Alberto che sfiora il palo. I biancocelesti meriterebbero il gol per l’impegno profuso e le occasioni create: vengono premiati al settimo corner. Che Luis Alberto batte dalla sinistra, disegnando una parabola velenosa sulla quale interviene Emre Can che insacca nella propria porta.

La Lazio potrebbe raddoppiare, perché la Juve è troppo scoperta, ma Immobile, Luis Alberto e Milinkovic non inquadrano
la porta per una questione di centimetri. Troppi errori da una parte chiamano il gol dall’altra e infatti arriva il pari ospite
con il nuovo entrato Cancelo che al 29' raccoglie una corta respinta di Strakosha, su tiro di Dybala, e insacca l’1-1. Il
verdetto nel finale: Lulic affossa in area Cancelo e CR7 è spietato nell’insaccare sotto la traversa il rigore del 2-1.

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