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Nissan, Ghosn si difende: 'Sono innocente, ho agito correttamente'

L'ex presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi, Carlos Ghosn, nega le imputazioni di illeciti finanziari e contesta il lungo periodo di detenzione a cui è stato sottoposto, nella sua prima apparizione pubblica dal giorno del suo arresto, lo scorso 19 novembre. Nel corso dell'udienza preliminare svoltasi questa mattina alla Corte distrettuale di Tokyo - per la quale sono state presentate 1.100 richieste di presenza da parte del pubblico, su 14 posti a sedere disponibili, l'ex tycoon 64enne ha protestato la sua innocenza, aggiungendo che i pagamenti ricevuti dalla Nissan si basavano su compensi legittimi, ribadendo di non aver mai causato perdite finanziarie alla casa auto nipponica.

Durante l'udienza il giudice ha spiegato che Ghosn è in stato di fermo perché esiste il rischio di un occultamento delle prove, e la possibilità che lasci il paese. L'ex top manager si trova al centro di detenzione di Tokyo da 50 giorni con l'accusa di aver sottostimato i suoi compensi per un totale di 9 miliardi di yen, circa 80 milioni di dollari, in un periodo compreso tra il 2010 e il 2017, oltre a una serie di illeciti finanziari, tra cui il trasferimento di circa 15 milioni di dollari ad una succursale saudita tra il 2009 e il 2012. Lo scorso 31 dicembre la corte distrettuale aveva approvato la richiesta del pubblico ministero di allungare il fermo fino all'11 gennaio. Entro quella data l'accusa dovrà decidere se formalizzare una seconda incriminazione per abuso di fiducia.

 

Il team legale dell'ex presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi, Carlos Ghosn, ha presentato una richiesta al tribunale di Tokyo per chiederne la scarcerazione e la concessione della libertà su cauzione, malgrado lo stesso avvocato dell'ex top manager abbia detto di nutrire poche speranze che la mozione venga accordata prima dell'inizio del processo. La domanda è stata presentata in anticipazione di una possibile nuova incriminazione, che di fatto estenderebbe il periodo detentivo oltre l'attuale scadenza dell'11 gennaio. Ghosn si era presentato questa mattina davanti al giudice per l'udienza preliminare, nella sua prima apparizione pubblica in 7 settimane, contestando di fatto le accuse del pubblico ministero di aver occultato ingenti compensi in un periodo compreso tra il 2010 e il 2017, oltre a negare di aver commesso una serie di illeciti finanziari, tra cui il trasferimento di circa 15 milioni di dollari ad una succursale saudita, per cui è indagato di abuso di fiducia.
    Nel corso di una conferenza stampa, l'avvocato di Ghosn ha inoltre dichiarato di non ritenere ci siano i presupposti legali per un prolungamento della detenzione, ne di considerare giustificabile la motivazione del giudice di respingere la richiesta di libertà su cauzione. Durante l'udienza l'ex tycoon 64enne è stato accompagnato in aula in manette, ed è apparso più magro rispetto al giorno del suo arresto, lo scorso 19 novembre, fanno notare i media nipponici. Il caso giudiziario ha sollevato numerose perplessità sulla volontà delle autorità legali di estendere il fermo, così come la conduzione degli interrogatori nei quali non è consentita la presenza dell'avvocato. Nel sistema giudiziario giapponese non è prevista la presunzione di innocenza e l'imputato può essere trattenuto dalla polizia fino a 23 giorni in assenza di un'incriminazione, con ulteriori proroghe prima dell'inizio effettivo del processo.
   

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