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Sopravvissuti a Olocausto, più malati ma vivono più a lungo

(ANSA) - Sono stati costretti a sopravvivere a condizioni di vita drammatiche, e questo li ha resi più esposti a malattie croniche ma anche più longevi dei loro coetanei. A studiare la resilienza che caratterizza i sopravvissuti all'Olocausto è una ricerca pubblicata su JAMA Network Open.
    Lo studio osservazionale, guidato da ricercatori del Maccabi Healthcare Services di Tel Aviv, ha incluso oltre 38.000 uomini e donne nati tra il 1911 e il 1945 in Europa e sopravvissuti a persecuzioni e deportazione. Comparando i loro dati con quelli di 35.000 persone nate in Israele negli stessi anni, si è osservato che i sopravvissuti all'Olocausto presentavano tassi più elevati di malattie croniche rispetto al gruppo di controllo, come obesità (33% vs 26%), ipertensione (83% vs 67%), cancro (29% vs 28%), malattia renale (31 % vs 20%), cardiopatia ischemica (15% vs 12%), demenza (17% vs 10%). Avevano però anche un tasso di mortalità inferiore (25% vs 41%) e un'età media alla morte più alta, pari a 85 anni contro 78 anni. Le ragioni che possono spiegare i risultati necessitano di ulteriori studi, ma a pesare potrebbe essere la loro resilienza, ovvero la capacità di affrontare e superare un evento traumatico. "Si può sostenere - suggeriscono i ricercatori - che il gruppo di individui sopravvissuto alle condizioni estreme dell'Olocausto presentasse capacità che li rendeva più resistenti alle comorbidità. È concepibile che la loro risposta allo stress sia diversa, e tale da renderli meno sensibili alle conseguenze di alcune malattie".(ANSA).
   

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