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Decreto sicurezza, Trizzino: "Polemica dannosa che ricade sui più fragili"

"È dannosa la polemica di questi giorni che riporta ancora una volta l’attenzione sui rischi che, sulla pelle dei più fragili, ricadano conseguenze indesiderate. Mentre, infatti, un’umanità derelitta va letteralmente alla deriva, al largo da qualunque forma di accoglienza e non trovando approdo da nessuna parte, ci si chiede di aderire ad una fra le due dichiarate posizioni in campo: quella del rifiuto e della chiusura di porti e confini o quella propugnata da alcuni sindaci che chiamano alla protesta e alla disobbedienza alle leggi". Lo dice il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle Giorgio Trizzino.

Personalmente prendo le distanze da ogni polemica, temendo soprattutto la strumentalizzazione e l’uso distorto che si potrebbe fare di qualunque pronunciamento. Prendo le distanze da chi afferma di volere la sicurezza dei propri concittadini, ma anche da chi alza la voce di Sindaco di quegli stessi concittadini, nel tentativo un pò patetico di distogliere l’attenzione dai guai irrisolti della propria città. Ma, nello stesso tempo, intendo affermare con fermezza e trasparenza assoluta che sono chiare, almeno per me, le idee di accoglienza, solidarietà, rispetto massimo per la dignità dell’uomo, specie quando è forte il rischio che venga calpestata. Del resto sembra che molte delle posizioni espresse non tengano adeguatamente conto dei contenuti del Decreto Sicurezza che per certi versi perpetua, con riferimento ai migranti in attesa di regolarizzazione, la propria posizione rispetto alla disciplina previgente.

Sono certo che nel più profondo della coscienza di ciascuno di noi non può trovare spazio il rifiuto e l’accoglienza negata. E questo non può accadere per due ragioni: per nostra matrice naturale e per la nostra storia individuale. Del resto non appare priva di significato, ma anzi altamente condivisibile, la posizione espressa da Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha invitato tutte le parti interessate ad un dialogo che appare orientato ad una adeguata conciliazione tra esigenze di sicurezza largamente avvertite dai cittadini e doveri di solidarietà umana costituzionalmente imposti.

Da medico sono stato testimone diretto della sofferenza e dello strazio di tante persone costrette alla fuga dalla propria terra; moltissimi i bambini, altrettanti i “senza nome”, privati dell’identità e della stessa dignità di esseri umani. Insieme ai miei colleghi - medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, ausiliari - ed agli stessi parenti dei malati ricoverati abbiamo cercato di prestare l’aiuto possibile, poco o molto che sia stato, ma con abnegazione ed autentico spirito solidaristico. Non potremmo mai rinnegare tutto questo, rinnegheremmo noi stessi e la nostra storia!

Nell’affermare questo, so già per certo che rischio di essere livellato ad una delle posizioni già espresse. Ma se lo confermo con forza è perché credo prima di tutto nella forza delle idee, nella rivendicazione della coscienza, civile e morale, riconoscendo con gli occhi ed il cuore carichi di meraviglia che è questa la strada maestra, quella che solo sulle autentiche posizioni di coscienza può fondare i veri movimenti politici di oggi e soprattutto di domani.

È vero, l’attuale compagine governativa ha la paternità di una legge molto discussa, come quella sul Decreto Sicurezza, sulla quale sono emerse talune perplessità e dubbi. Ma va ricordato che l’estensione di una legge se, da un lato, costituisce il punto di arrivo di un processo a volte lungo e faticoso di un dibattito democratico dai toni a volte molto accesi, dall’altro costituisce il punto di partenza per un confronto che deve certamente continuare, in un perfezionamento continuo, in una perenne revisione dei contenuti e delle forme della stessa legge. È stato così per un numero smisurato di passaggi legislativi nella storia della nostra democrazia ed è questo il nucleo centrale della stessa democrazia costituzionale.

Le idee, le vere idee, non corrono il rischio di essere accusate di demagogia; le idee vere non hanno il patrocinio di nessuno, ma sono il patrimonio di chi le possiede, le esprime, le condivide. È qui che si gioca la vera questione politica: o si ritorna alle idee, alle proprie riconosciute posizioni di coscienza, alla propria matrice ideale o si continuerà fino allo sfacelo totale con il gioco delle parti avverse sotto le bandiere occasionali di chi si mostra più forte e capace di arringare le folle. Il precedente governo si è inchinato agli interessi della grande finanza internazionale, che ne ha occultato la capacità di percezione della sofferenza economica e sociale che cresceva nel Paese. Basta ricordare che mentre i poveri assoluti toccavano la incredibile cifra di 5 milioni di persone, per mesi il dibattito politico è stato incentrato sulle unioni civili che ex post hanno regolarizzato la posizione di meno di 5 mila persone! Il Movimento 5 Stelle, cui mi onoro di appartenere, non cerca il consenso popolare, pur che sia. Noi vogliamo innanzitutto essere coerenti con la nostra coscienza civile e con la nostra storia e difendere i diritti sacrosanti dei cittadini italiani. Anche a costo che tutto questo sia scomodo o impopolare. Un grande ed indimenticabile uomo politico della nostra storia democratica, Sandro Pertini, diceva che “la coerenza è comportarsi come si è, e non come si è deciso di essere.” Credo che in questo concetto si concentri un’ineffabile verità.

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