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Decreto sicurezza, Salvini: "I sindaci che non sono d'accordo si dimettano"

«Io non mollo. Se c'è qualche sindaco che non è d’accordo si dimetta. Orlando e De Magistris dimettetevi». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini in diretta Facebook che, rivolgendosi anche al sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha aggiunto: «Non applicate il decreto sicurezza? Fate i sindaci e fate il vostro lavoro».

"Se dovessi essere denunciato solleverò davanti a un giudice la questione di incostituzionalità. Non posso andare direttamente alla Corte Costituzionale perchè i sindaci non hanno questo potere. Se sarò denunciato in sede penale solleverò la questione di incostituzionalità perchè è evidente che se la norma è incostituzionale io non ho commesso alcun reato semmai avrà sbagliato il Parlamento ad approvarla". Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando la sua decisione di sospendere alcune misure del Decreto Sicurezza, oggi legge. "Questo decreto - ha aggiunto Orlando - presenta aspetti disumani. Ho assunto le mie responsabilità e anzichè scaricare su un funzionario la responsabilità ho disposto con un ordine scritto e formale di sospendere questa applicazione. A questo punto l’unico modo che ho da sindaco per poter avere il giudizio della Corte Costituzione è quello di adire un giudice. Andrò davanti a un giudice ordinario, competente in violazione dei diritti umani, e gli chiederò se ho fatto bene o male. In via incidentale se il giudice ritiene che la mia questione non è manifestamente infondata e rilevante rimetterà gli atti alla Corte Costituzionale che a sua volta darà una votazione definitiva. Tutto questo polverone è forse nato dalla cattiva coscienza di un governo che sta alimentando l’odio nei confronti del diverso in contrasto con quelli che sono i principi fondamentali della convivenza civile".

"Sono certo che esistono le soluzioni per affrontare un Decreto che si pone come violazione sostanziale dei diritti costituzionali. Agrigento è città della Cultura che accoglie, e città dell’accoglienza della Cultura lo è da 2600 anni. Si apra un dialogo con il Viminale per una soluzione rispettosa dei diritti fondamentali sanciti dalla carta costituzionale". Così il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, a proposito del Decreto Sicurezza.

 

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