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Brasile, Battisti è sparito nel nulla: per le autorità è ormai un latitante

Un'immagine di Cesare Battisti al momento del suo arresto in Brasile

Cesare Battisti è di nuovo in fuga. Raggiunto da un ordine d'arresto disposto ieri da Luiz Fux, magistrato del Supremo Tribunale Federale brasiliano, l'ex terrorista dei Pac - la cui estradizione è stata chiesta dall'Italia perché sconti la condanna all'ergastolo per omicidio - si è reso irreperibile, e la polizia del paese sudamericano lo considera ormai un latitante. La decisione di Fux, che doveva restare segreta fino alla cattura di Battisti, è stata rivelata ieri dal telegiornale della sera di tv Globo. L'arresto dell'italiano era stato chiesto dalla procuratrice generale, Raquel Dodge, "per evitare il rischio di fuga e assicurare un'eventuale estradizione". Dato che le leggi brasiliane vietano che si arresti una persona a casa sua durante la notte, all'alba di oggi un gruppo di cronisti era già presente davanti alla residenza dell'ex terrorista a Cananeia, sulla costa dello stato di San Paolo. Ma la casa era vuota: nessuno ha risposto al campanello e dall'esterno non si notava nessun movimento.

L'avvocato di Battisti, Igor Sant'Anna Tamasauskas, ha detto ai giornalisti di non sapere dove si trovi il suo cliente, spiegando di averlo cercato al telefono, senza successo. "Ieri abbiamo saputo della decisione presa dal tribunale e fra questa decisione e la sua esecuzione Battisti ha avuto il tempo di decidere cosa fare", ha aggiunto. Tamasauskas non ha voluto però confermare che Battisti sia di fatto latitante, limitandosi a dire che "si tratta di una decisione personalissima che deve prendere lui, e lui sa quale sarebbero le conseguenze". Fonti della polizia federale tuttavia hanno fatto sapere che dopo una serie di accertamenti hanno stabilito che Battisti si trova "in una località ignota" e dunque è da considerarsi latitante. Gli avvocati dell'ex terrorista hanno annunciato comunque che faranno ricorso contro l'ordinanza di Fux.

"A prescindere se sia giusta o no questa decisione, c'è la precedente decisione dell'allora presidente Lula, 8 anni fa, di non concedere l'estradizione", ha detto Tamasauskas. Il Stf, infatti, si era già dichiarato a favore dell'estradizione di Battisti nel 2010, lasciando però l'ultima parola all'allora presidente Lula. Che concesse all'italiano la residenza permanente in Brasile nelle ultime ore del suo mandato, impedendo così che fosse mandato in Italia.

La notizia dell'ordine d'arresto per Battisti era stata accolta con entusiasmo da Matteo Salvini: "Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Renderò grande merito al presidente Jair Bolsonaro se aiuterà l'Italia ad avere giustizia, regalando a Battisti un futuro nelle patrie galere", aveva scritto su Twitter il ministro degli Interni prima di sapere che l'ex terrorista si era dato alla fuga. La risposta di Bolsonaro non si era fatta attendere: "Grazie per la considerazione di sempre, signor ministro dell'Interno italiano. Che tutto si normalizzi in tempi brevi nel caso di questo terrorista assassino difeso dai compagni di ideali brasiliani", ha twittato il presidente eletto, aggiungendo: "Conta su di noi!"

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