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Artico bollente, il 2018 è il secondo anno più caldo mai registrato - VIDEO

 Il 2018 è stato il secondo anno più caldo mai registrato in Artico, l'ultimo di un quinquennio da record, tormentato da continue ondate di calore che hanno provocato stravolgimenti climatici anche alle medie latitudini, causando gelate primaverili in Europa (come il Burian del marzo 2018 e tempeste invernali nella parte orientale degli Stati Uniti. A questi effetti si sommano poi le alterazioni dell'ecosistema artico, con una drastica riduzione delle renne, il dilagare delle alghe tossiche e le alterate correnti oceaniche, che trasportano sempre più microplastiche. A tracciare questo bollettino è l'Arctic Report Card 2018, stilato dall'ente americano per le ricerche sull'atmosfera e gli oceani (Noaa).

"Il continuo riscaldamento dell'atmosfera e dell'oceano in Artico sta determinando un grande cambiamento nell'ambiente": lo fa "in modo prevedibile, ma per certi versi, anche inatteso", scrivono gli esperti. "Nuove minacce stanno emergendo rapidamente evidenziando il livello di incertezza nelle dimensioni del cambiamento ambientale che ci attende".

Le temperature dell'Artico dal 2014 al 2018 "hanno superato tutte le precedenti misurazioni fatte dal 1900", sottolineano gli esperti del Noaa. Nell'ultimo periodo di osservazione, tra ottobre 2017 e settembre 2018, la temperatura annuale media dell'Artico è stata di 1,7 gradi più alta della media registrata tra il 1981 e il 2010. Anche la copertura dei ghiacci ha raggiunto il suo secondo minimo storico, mentre il ghiaccio invernale nel mare di Bering è al livello più basso. Un Artico così 'bollente' determina una riduzione della differenza di temperatura tra nord e sud, togliendo di fatto la 'benzina' che alimenta la corrente a getto polare, un flusso di forti venti che soffiano all'altezza a cui volano gli aerei.

I ghiacci dell'Artico nel marzo 1985 e nel marzo 2018 (fonte: NOAA Climate.gov, dati di Mark Tschudi./University of Colorado/CCAR)

 

La corrente a getto sempre più ondivaga "permette che l'aria calda penetri più a nord, mentre l'aria fredda si spinge più a sud". E' inevitabile dunque che gli eventi atmosferici diventino sempre più anomali, "sia nell'Artico che alle medie latitudini. Eventi estremi di rilievo includono l'ondata di caldo registrata al Polo Nord nell'autunno 2017, la serie di importanti tempeste invernali nella parte orientale degli Usa nel 2018 e l'estrema ondata di gelo avvenuta in Europa nel marzo 2018, definita come la 'bestia dell'est'".

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