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Pm formalizza incriminazione per Carlos Ghosn, ex-presidente gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi

Il pubblico ministero giapponese ha formalizzato l'incriminazione per Carlos Ghosn, ex-presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, detenuto in un centro penitenziario a nord di Tokyo dal 19 novembre. L'ex tycoon 64enne è accusato di aver violato i regolamenti finanziari in tema di compensi e di altri illeciti finanziari per un periodo di almeno 5 anni, fino al 2014.

Nello stesso giorno dell'imputazione gli investigatori hanno presentato un nuovo mandato di arresto alla procura di Tokyo con l'accusa a Ghosn di aver commesso ulteriori violazioni finanziarie fino all'anno fiscale 2018. Oltre all'ex top manager il pubblico ministero ha formalizzato l'incriminazione per uno dei direttori esecutivi, lo statunitense Greg Kelly - anch'esso detenuto nel centro penitenziario dal 19 novembre e considerato 'il confidente' di Ghosn. L'ultimo provvedimento potrebbe allungare i termini detentivi di altri 20 giorni, almeno al termine di dicembre. La legge giapponese consente infatti un periodo di fermo per una durata di 22 giorni, con un principio di ampia discrezionalità dell'azione penale, che può essere protratta in presenza di nuove accuse, permettendo così agli inquirenti di proseguire nelle interrogazioni dell'imputato, durante le quali non è prevista la presenza di un avvocato della difesa. Un'anomalia nel corso della fase istruttoria che ha sollevato numerosi interrogativi da parte di altri paesi, che considerano il trattamento dell'ex tycoon eccessivamente severo. Secondo i magistrati giapponesi Ghosn avrebbe sottostimato i suoi compensi di circa 5 miliardi di yen, l'equivalente di 44 milioni di dollari fino al 2014. Sia Ghosn che Kelly - secondo quanto riferiscono i media nipponici - contestano le accuse, sostenendo che il rendiconto delle remunerazioni si riferiva a compensi ipotetici futuri e per questo motivo non doveva essere segnalato.

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