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A Terni mostra Grandi maestri '300-'500

TERNI - Celebrare la presenza nell'Umbria meridionale di artisti di spicco che, a servizio di importanti committenti dell'epoca, hanno lavorato nel solco tracciato dai grandi autori; partecipare alla ricorrenza del centenario del museo per "eccellenza" della regione: è con questo duplice obiettivo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ha allestito nella propria sede di palazzo Montani Leoni - con la collaborazione della Galleria nazionale dell'Umbria - la mostra dal titolo 'Presenze artistiche in Umbria. I grandi Maestri attivi tra il ?300 e il ?500 e la Galleria di Carta'.
    Il Perugino e il Pinturicchio, Benozzo Gozzoli e il Maestro della Dormitio Virginis, ma anche Federico Barocci, Mattia Preti e Jean Baptiste Wicar sono solo alcuni dei nomi che spiccano nell'elenco degli autori delle opere esposte (alcune per la prima volta in assoluto) in un doppio allestimento che sarà visitabile al pubblico dal 7 dicembre al 24 febbraio 2019, ogni venerdì, sabato e domenica.
    Due le sezioni: la prima è curata in house dalla Fondazione, in particolare da Anna Ciccarelli e Ulderico Dragoni, vede l'esposizione di 15 opere di artisti attivi sul territorio umbro tra gli inizi del XIV secolo e la fine del XVI (tra cui anche due Madonne col Bambino del Perugino e del Pinturicchio), conservate nelle collezioni d'arte delle Fondazioni bancarie, nelle parrocchiali e nelle cattedrali della provincia, nei musei di Terni, Perugia e Milano.
    Diverse le opere restaurate dalla Fondazione Carit, come il prezioso dossale del Maestro di Cesi del 1308 - opera trafugata nel 20/o secolo e recuperata nel gennaio 1965 da Rodolfo Siviero, ministro plenipotenziario, noto come "007 dell'arte", incaricato nel 1946 dal presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, di recuperare le opere sottratte all'Italia dai nazisti -, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina di Alessandria e i santi Bartolomeo, Francesco e Lucia di Benozzo Gozzoli, allievo preferito di Beato Angelico, l'Assunzione della Vergine di Niccolò di Liberatore detto l'Alunno e ancora il Sant'Antonio abate di Piermatteo d'Amelia e la Vergine Assunta e angeli, assegnata con certezza al Maestro del Trittico di Chia.
    La seconda sezione della mostra, curata dal direttore della Galleria nazionale dell'Umbria, Marco Pierini, vede invece l'esposizione di opere su carta di grandi maestri italiani ed europei conservate nei depositi della Galleria stessa: si tratta di un nutrito gruppo di disegni, pastelli, acquerelli, stampe e bozzetti di varie epoche, opere normalmente sottratte alla fruizione pubblica per ragioni conservative o per motivi di spazio. Tra queste la più illustre è il Pastore in adorazione del Perugino, proposta per la prima volta in assoluto all'attenzione del pubblico grazie al restauro finanziato anche questo dalla Fondazione Carit, disegno preparatorio di un affresco dello stesso artista esposto presso la Galleria Nazionale dell'Umbria.
    "L'impegno profuso dalla Fondazione in questa duplice iniziativa - commentano il presidente e il vice presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini e Ulderico Dragoni - è stato veramente ampio e significativo, in quanto non si è concentrato soltanto nella mera organizzazione di una rassegna artistica, ma ha allargato l'orizzonte sullo studio e sulla valorizzazione di opere non conosciute perché confinate in magazzini o in chiese di campagna. Sono stati pubblicati per tale occasione due cataloghi a cui hanno collaborato storici dell'arte di grande professionalità e capacità, che rappresentano un momento di studio e approfondimento, assicurando l'alto valore scientifico dell'iniziativa, tesa a valorizzare il ricco patrimonio artistico umbro". (ANSA).
   

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