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Sfida in Africa, studiare le malattie che minacciano l'Europa

(di Manuela Correra)  Portare medici e ricercatori in Africa per studiare sul campo malattie oggi infrequenti in Occidente ma che, con la crescente globalizzazione, potrebbero minacciare sempre più da vicino l'Europa, e dare voce agli scienziati africani per i quali maggiori sono le difficoltà di riuscire a pubblicare i propri studi. Nasce come una "grande sfida", scientifica ma anche sociale, il congresso itinerante 'Skin on the move' che, dal 3 all'8 dicembre, si svolgerà in Etiopia 'muovendosi' tra tre location tutte in aree rurali. A promuoverlo, il direttore scientifico dell'Istituto San Gallicano di Roma Aldo Morrone, la cui scommessa è anche dimostrare come l'Africa possa e debba essere luogo per la promozione della ricerca, soprattutto oggi.

Il congresso cambierà sede di giorno in giorno, toccando le aree rurali più remote, e si terrà nelle località di Axum, Makalle e Sheraro, nella regione del Tigray al confine con Sud Sudan ed Eritrea, zona dove sono ancora forti le tensioni tribali e dalla quale proviene l'attuale direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Ghebreyesus. Una sede insolita per un consesso scientifico, così come lo è il tema del congresso: "Skin on the move, ovvero Pelle in movimento - spiega Morrone - vuole indicare come proprio la pelle possa essere un 'elemento in movimento' tra Nord e Sud del mondo e possa rivelarsi un importante campanello d'allarme per numerose malattie, varie delle quali sono poco note nei paesi europei.

Per questo, è importante imparare a riconoscerle dai primi sintomi, che spesso arrivano proprio dalla pelle, prima che peggiorino. Malattie che possono giungere oggi facilmente anche in Europa: i vettori che le trasmettono, mosche e zanzare, possono infatti arrivare attraverso le merci o il trasporto aereo". Ad esempio, chiarisce, "Ebola si può diagnosticare precocemente dalla presenza di particolari lesioni cutanee, e la stessa cosa vale per l'infezione da virus Zika, per la lebbra e la malaria. Basta cioè una semplice lente, unita però a tanta competenza, per fare diagnosi precoce di queste gravi malattie".

Ma c'è di più: "Essere in Africa è importante - sottolinea - anche per studiare alcune patologie di insorgenza recente nel continente africano ma delle quali non si conoscono ancora le cause e che potrebbero rappresentare una minaccia per tutti". Per questo, "la sfida - dice Morrone - è portare medici e infettivologi nelle zone dove tali malattie infettive si sviluppano, per studiarle, visitare i malati sul campo e imparare a diagnosticarle dai primi segnali". Una sfida che lascia ben sperare: saranno oltre 150 gli specialisti che parteciperanno al congresso itinerante ed ai ricercatori africani che giungeranno per presentare proprie ricerche scientifiche verrà assegnato un contributo finanziario. Verrà anche messo a punto un Atlante mondiale di dermatologia, che sarà poi distribuito dalla International Society of dermatology.

Un 'congresso-sfida' che si apre con un ulteriore auspicio: "La speranza - conclude Morrone - è che in futuro anche la grandi aziende farmaceutiche comprendano l'importanza di investire in queste aree del mondo per diffondere le conoscenze scientifiche e fare ricerca, perchè il mondo, oggi più che mai, è uno ed i confini, tanto più sul fronte della salute, cono sempre più labili".    

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