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M9, apre a Mestre Museo Novecento tra passato e hi-tech

 Una nuova officina del sapere, tecnologica e interattiva, un'opportunità per confrontarsi, studiare e interrogarsi sulla contemporaneità, ma allo stesso tempo uno spazio storico restituito alla cittadinanza e reintegrato nel tessuto urbano del centro di Mestre. Questo è M9, il Museo del Novecento, unico in Italia, inaugurato oggi alla presenza del ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
    Il progetto, voluto dalla Fondazione di Venezia con un investimento di 110 milioni di euro e 950 ore di lavoro, ha voluto restituire alla terraferma lagunare, figlia 'povera' del centro storico, un luogo multimediale che racconti l'identità dei cittadini con un nuovo respiro internazionale. L'intervento, firmato dalla studio berlinese Sauerbruch Hutton, ha previsto la realizzazione di tre nuovi edifici, il principale dei quali dedicato a funzioni museali, il recupero di un ex convento tardo cinquecentesco e la ristrutturazione di un edificio direzionale degli anni Settanta per complessivi 10 mila metri quadri. Così M9 è riuscito a creare un dialogo con il passato, restituendo a Mestre un'area non del tutto valorizzata e spesso sfiorata dal degrado e dall'incuria. L'idea è stata quella di dare vita ad un museo della nazione perché gli italiani conoscano il secolo che più ha contribuito a creare la loro identità odierna, nella convinzione che la conoscenza è la base indispensabile per progettare il futuro individuale e collettivo. Una finestra culturale con un 'cuore' che guarda al secolo scorso ed una 'testa' tecnologicamente avanzata come testimonia l'apparato innovativo della struttura: a partire dai 276 pannelli fotovoltaici che garantiscono 86.000 kwh di energia solare per finire, visivamente, con i 20 mila elementi in ceramica di 13 colori che rivestono le facciate. Il risultato è un centro multifunzione (con auditorium, spazi per esposizioni permanenti e temporanee, aree per i servizi e l'intrattenimento) che va oltre un tradizionale museo, ispirato alle esperienze internazionali di rigenerazione urbana, proponendo un format innovativo, una sorta di piccola Smart City al servizio dei cittadini. Un'autocelebrazione che sa cogliere anche l'autoironia: la sezione 8 del museo si chiama "Per farci riconoscere. Cosa ci fa sentire italiani" ed è dedicata al genio italico, a quelle particolarità che ci hanno reso ogni giorno amati nel mondo per letteratura, arte, musica e cinema.(ANSA).
   

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