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La nuova guida ai vini dell’Isola: in vendita con Giornale di Sicilia e Gazzetta del Sud

Com’è lontana quella Sicilia Cenerentola dei mosti, capace solo di rimpolpare le produzioni del nord povere di gradazione con i suoi grappoli gonfi di zucchero e sole. La guida «19 Vini di Sicilia» – presentata oggi al Telimar di Palermo - è una passerella enologica, un affascinante viaggio nel mondo del vino di Sicilia, la conferma, una volta di più, del livello alto e consolidato raggiunto dalla viticoltura siciliana con i suoi territori così vari e folgoranti per piacevolezza, eleganza e complessità.

I successi del vino siciliano vengono da lontano e hanno richiesto studio, impegno, investimenti, ma anche scienza e innovazioni tecnologiche nelle vigne e nelle cantine. Sono serviti nuovi modi di concepire e vivere il vino, a partire da dove tutto comincia, la vigna, fino a dove il mosto sboccia, ovvero la cantina. La chiamano innovazione.

ECCO I VINI E LE CANTINE TOP

«Torniamo puntuali anche quest’anno con la nuova edizione della guida “19 Vini di Sicilia” che chiude – dopo quella ai Ristoranti&Pizzerie e quella ai Formaggi – la nostra trilogia del gusto, edizione 2019», commenta il vice direttore responsabile del Giornale di Sicilia, Marco Romano. Oltre 100 produttori del territorio si raccontano con i loro vini tra le pagine di questo vademecum di facile consultazione, edito dal Giornale di Sicilia Editoriale Poligrafica S.p.A e da S.E.S. Società Editrice Sud s.p.a., in vendita con il Giornale di Sicilia e la Gazzetta del Sud, aggiungendo 5 euro al prezzo del quotidiano.

La Guida è stata realizzata in collaborazione con Slow Food Editore: infatti è curata da Francesco Abate e Giancarlo Gariglio con il coordinamento editoriale di Olivia Reviglio. Sfogliarla significa fare un salto nella cultura enologica: in Sicilia le realtà vignaiole crescono e sono sempre più articolate e interessanti, pulsano aziende che sono un modello di nuova agricoltura, pronte a farsi conoscere e vivere a tutto tondo, tra agriturismi, fattorie didattiche e comunità rurali.

Lo spiegano anche i due curatori: «Scrivere una guida non è mai semplice perché si giudica il lavoro serio e faticoso di persone che si impegnano quotidianamente in campagna e in cantina con l’intento di produrre vini di alta qualità che possano condensare nel bicchiere la storia e le potenzialità di una regione. Scrivere una guida sulla Sicilia del vino è ancora più complicato perché si ha a che fare con una regione che esprime mille differenze, con terroir molto diversi e con tante isole nell’isola. In più, se si ha l’ambizione, come pensiamo di avere avuto noi, di raccontare con fedeltà e attenzione azienda per azienda, ci si perde in una miriade di storie umane che hanno un enorme fascino e raccontano anche le trasformazioni in atto nel mondo agricolo siciliano. Ne esce un affresco di grande interesse, tra le più innovative del panorama italiano».

La storia testimonia un percorso travagliato eppure glorioso del vino siciliano con al centro il terroir - inteso come circolo virtuoso di terra, uomo, stagioni - e i tentativi di modularlo, tra rispetto dell’ambiente - la natura più la rispetti, più è generosa - e priorità sociali. Concludono Abate e Gariglio: «Abbiamo segnalato piccole e medie aziende che hanno fatto dell’artigianalità la propria bandiera così come anche vitigni che magari sono meno segnalati da altre pubblicazioni, ma per noi rivestono una funzione strategica in chiave di sviluppo futuro».

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