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Ars "impantanata", 20 deputati escono dall'Aula sulle variazioni dei debiti fuori bilancio

Ancora un rinvio all’Ars per mancanza del numero legale, dopo i due rinvii di ieri. Questa volta a far saltare i "piani" è stata l'opposizione con 20 deputati che, al momento di votare l’approvazione del ddl per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, sono usciti dall'Aula.

L’Ars, poco prima, aveva approvato il Defr - Documento di Economia e Finanza Regionale 2018-2020 con 25 voti favorevoli e 15 contrari. La seduta è stata così chiusa per mancanza di numero legale ed il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, ha aggiornato i lavori a oggi.

Il ddl sulle variazioni di bilancio presentato dal governo dovrebbe essere approvato entro il 30 novembre e prevede l'aumento di fondi con cui si pagano gli stipendi dei lavoratori pararegionali, ad esempio gli ex Pip, l'Esa, e gli Enti parco.

L'ennesima battuta d'arresto e una corsa contro il tempo per scongiurare la fatidica data del 12 dicembre quando la cassa regionale chiude e non è possibile erogare alcun pagamento. Il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, ha annunciato di dimezzare i tempi per approvare le variazioni di bilancio.

Una scelta che ha fatto andare su tutte le furie le opposizioni. "Governo Musumeci sempre più irresponsabile e inconcludente: con i suoi ritardi mette a rischio il pagamento degli stipendi dei regionali e poi pretende di scaricare la colpa sul Parlamento" dicono i deputati del M5S all’Ars. "Siamo alla follia - aggiungono - prima il governo dorme e poi pretende che qui si proceda al galoppo, dimezzando i tempi di esame delle carte e calpestando in maniera vergognosa il regolamento, cosa che non intendiamo e non possiamo accettare".

In pratica, entro il 3 dicembre le commissioni dovranno lavorare al testo, entro il 6 dovrà arrivare il via libera dalla commissione Bilancio ed entro il 7 dicembre l’Ars dovrebbe approvare i documenti.

"Il presidente Musumeci , dichiara Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars - non chieda agli altri di dimostrare 'senso di responsabilità' quando proprio lui dimostra di non averne: fingere di non vedere la crisi che attraversa la sua maggioranza rischia di rallentare ancora di più l’attività dell’Ars che è ormai vicina alla paralisi. L’ennesimo rinvio d’aula per mancanza del numero legale che - conclude - ha bloccato il voto al ddl riguardante i debiti fuori bilancio, mostra chiaramente come la coalizione di governo sia ormai in frantumi".

Di "correttezza" parla, invece, proprio Gianfranco Miccichè che definisce la sua decisione "equilibrata" ricordando che "il governo ha inviato la legge di variazione di bilancio tardivamente a causa dell’intoppo con la Corte dei Conti".

Il presidente ha sottolineato che "la legge prevede che 'le variazioni' debbano essere approvate entro il 30 novembre, ma essendo i tempi troppo stretti ho chiesto alle opposizioni di essere collaborative, cercando di comprimere il dibattito nelle commissioni".

"Il mio atteggiamento è stato lineare - ha aggiunto -. Se si fosse trattato di un ddl qualsiasi non avrei certamente forzato i tempi regolamentari. Trattandosi, però, delle variazioni di bilancio, cioè norme che permettono di stanziare le risorse necessarie per gli stipendi di 4 mila persone - che non possono essere lasciate senza soldi sotto Natale - sono sicuro di avere adottato, in conferenza di capigruppo, la migliore soluzione, nonostante l’opposizione abbia votato contro".

Oggi nuova seduta e sicuramente lo scontro tra maggioranza ed opposizione si arricchirà di un nuovo capitolo.

 

 

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