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De Castro, non potrà dirsi vino italiano se uve straniere

(ANSA) - BRUXELLES - ''Nessun rischio che i viticoltori europei possano chiamare 'italiano' il vino prodotto con uve straniere.

Grazie ad un lavoro di squadra con i rappresentanti del settore in Italia abbiamo fatto notare l'errore alla Commissione Ue che ha corretto il testo dell'atto in applicazione della normativa europea. Decisivo è stato il ruolo del Parlamento europeo''. Lo ha detto oggi a Bruxelles Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento Ue, commentando la rettifica al regolamento della Commissione europea, in cui chiarisce che l'indicazione di origine che accompagna i vini 'varietali' (che riportano in etichetta solo il nome di uno o più varietà di uve) dovrà corrispondere al luogo in cui le uve sono state raccolte e non solo trasformate in vino.

''Ancora una volta - ha indicato l'eurodeputato del Pd - la nostra vigilanza e il nostro intervento è stato premiato.

Infatti, appena il Parlamento ha ricevuto per verifica il testo controverso dell'Esecutivo, abbiamo chiesto di portare il tempo di consultazione dagli iniziali 2 mesi a quattro, invitando poi la Direzione generale dell'agricoltura a spiegare in Commissione Agricoltura la sua posizione. Di fronte all'evidenza dei rischi per il settore e per i consumatori, i funzionari del commissario Phil Hogan non hanno esitato a portare le rettifiche necessarie''.

''E' l'ennesimo esempio - ha proseguito De Castro - del ruolo importante che svolge il Parlamento europeo per garantire la trasparenza e la qualità degli alimenti, ma anche la tutela dei viticoltori contro chi vuole sfruttare il loro 'savoir-faire'''.

''Non abbiamo mai abbassato la guardia e continueremo a farlo anche nella prossimo legislatura'' ha concluso De Castro.

(ANSA).

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