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Tratto urbano A24 a Portonaccio è il più rischioso d'Italia

ROMA - E' stato assegnato al tratto urbano della A24, tra il Grande Raccordo Anulare e Portonaccio, il triste scettro di strada italiana con il maggior numero di incidenti. La media è di 17,1 sinistri al km, a fronte di una media italiana di 1,3/km per la rete autostradale e di 0,6/km per le strade extraurbane. In questa classifica della pericolosità delle strade nazionali - redatta in base allo studio 'Localizzazione degli incidenti stradali 2017' realizzato dall'ACI - seguono il Raccordo di Marghera (11,3 incidenti/km) e il Raccordo di Reggio Calabria (10,5 incidenti/km). Tra le strade extraurbane troviamo al primo posto la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (7,6 incidenti ogni km), seguita dalla SS 131 dir SS 131 dir Carlo Felice in Sardegna (7,5/km) e dalla SR 296 della Scafa, che collega Ostia con l'Aeroporto di Fiumicino (6/km). Questa analisi - che ha tenuto conto di 36.560 incidenti, di cui 1.228 mortali con1.359 decessi e 58.967 feriti avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade italiane - evidenzia come il 70% degli incidenti avvenga sulle strade urbane e il 30% su quelle extraurbane. Per l'ACI sono in aumento gli quelli in autostrada (+0,4%) mentre diminuiscono sulle altre tipologie di strada (-0,7% su quelle extraurbane e -0,5% su quelle urbane). Le strade extraurbane principali vedono tristemente un aumento sensibile dei morti (+7,4%) a fronte di un calo dei feriti (-1,6%). Prendendo come riferimento l'anno 2010, gli incidenti sono diminuiti in Italia del 22%, i morti del 17,8%. Rispetto al 2016, invece, gli incidenti sono calati dell'1% e i decessi cresciuti del 7,4% (94 in più). Le autostrade urbane risultano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della promiscuità di mezzi con dimensioni e caratteristiche diverse. In autostrada la circolazione dei veicoli per il trasporto delle merci costituisce un elemento di rischio: nel 41% degli incidenti, infatti, è coinvolto un autocarro (anche leggero), un autotreno o un autoarticolato. Sulle strade extraurbane gli utenti vulnerabili rappresentano una quota assai elevata dei decessi, in quanto il 36% è ciclista, motociclista o pedone. Nel 21% dei casi è deceduto un motociclista (288), nell'11% un pedone (149) e nel 4% un ciclista (52). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 25% ed i ciclisti il 20%. I veicoli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 23% degli incidenti stradali. L'indice di mortalità delle due ruote (motocicli e biciclette) è molto più elevato di quello delle quattro ruote: più di 3,8 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all'1,4 delle auto. Al vertice delle tratte più pericolose per le due ruote, vi sono la SS 001 Aurelia, in Liguria (l'83,96% degli incidenti), la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona (76,92%) e la SS 114 Orientale Sicula, in provincia di Messina (67,65%). Le strade con un numero particolarmente elevato di investimenti sono: Aurelia, Adriatica, Statale Tosco-Romagnola, Padana Superiore e Casilina. Rispetto al 2016, nel complesso, le strade nelle quali gli incidenti sono diminuiti in modo consistente: GRA, 106 Jonica, Statale del Lago di Como e dello Spluga, Appia, Statale dei Giovi e Autostrada Salerno-Reggio Calabria. Lo studio dell'ACI, consultabile sul portale www.lis.aci.it, comprende due sezioni distinte, una relativa ai dati generali di incidentalità e l'altra specifica sulla localizzazione degli incidenti stradali avvenuti sulla rete viaria principale.

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