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Epatite C, la Sicilia è tra le regioni più efficienti nel trattare la malattia

Nel campo del trattamento dell’epatite C la Sicilia è una delle regioni italiane più efficienti, tanto che potrebbe essere presa ad esempio da molte altre. Lo afferma Antonio Craxì, professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Palermo, responsabile dell’evento BeLiver, che coinvolgerà a Palermo, oggi e domani, 55 epatologi della regione.

«In qualche modo ci siamo trovati in una condizione fortunata tre anni fa, quando è iniziata la distribuzione dei farmaci innovativi per l’epatite C - racconta l’epatologo -. Attraverso un registro in rete tutti i casi sono stati censiti, e di tutti i pazienti abbiamo informazioni sugli esiti. Abbiamo curato circa 12mila pazienti, e almeno 6-7mila sono in attesa di essere trattati, e ora possiamo cercare il cosiddetto 'sommerso'. L'esperienza della Rete Sicilia è stata unica, altre regioni come il Veneto hanno registri ma non completi come il nostro».

Grazie al registro, sottolinea l’esperto, è stato possibile anche valutare gli effetti di queste terapie. «Abbiamo avuto una riduzione del 30% dei ricoveri per cirrosi scompensata, e anche il numero dei trapianti di fegato per le conseguenze dell’epatite è sceso del 50% - sottolinea Craxì -. Numeri importanti, ma ancora c'è moltissimo da fare. Abbiamo alcuni progetti sulle case circondariali per trovare gli infetti in questa popolazione, e un altro dei punti su cui stiamo lavorando è l’interazione con i medici di medicina generale. Buona parte dei casi di epatite C in Italia sono negli anziani, anche questi vanno curati e il medico di base può avere un ruolo fondamentale».

L’incontro, promosso dall’azienda biofarmaceutica Gilead Sciences, verrà replicato nei prossimi mesi a Milano e Roma coinvolgendo complessivamente oltre 150 specialisti del Paese.

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