Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tumori, allo studio Carta d'identità terapeutica del paziente

Creare una 'Carta d'Identità terapeutica del paziente' con le informazioni relative ai farmaci che una persona malata di cancro sta assumendo. Uno strumento facilmente consultabile nel quale siano indicati tutti i farmaci che assume il malato, per evitare così interazioni pericolose fra i diversi principi attivi e gli integratori. In questo modo sarà possibile facilitare il lavoro del personale medico-sanitario, ridurre problemi al singolo paziente e i costi per terapie inutili o addirittura dannose. E' questo l'obiettivo di 'Patient DDi-ID', un progetto di ricerca tutto italiano.

Prenderà il via nelle prossime settimane e coinvolgerà inizialmente 120 pazienti oncologici italiani. L'iniziativa è promossa dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata. Il cancro "è una patologia sempre più cronica - afferma Paolo Marchetti, presidente della Fondazione e ordinario di Oncologia all'Università di Roma La Sapienza -. Sono in totale 3,4 milioni gli italiani che vivono dopo aver ricevuto una diagnosi di neoplasia e il loro numero è destinato a salire.

Questa particolare categoria di pazienti deve assumere farmaci molto complessi per lunghi periodi di tempo. Non solo. Sempre più spesso capita che le persone siano afflitte da altre malattie, più o meno gravi, e che quindi debbano prendere diversi medicinali. Esiste quindi un serio problema rappresentato dalle possibili interazioni tra le varie terapie che possono rendere tossiche o inefficaci alcune cure. Diventa quindi necessario avere uno strumento semplice e modificabile nel tempo, da utilizzare nella pratica clinica quotidiana, che sia in grado di suggerire ad ogni camice bianco quali sono le associazioni di farmaci potenzialmente a rischio e quali invece quelle consigliabili".

La Carta d'identità del paziente, sottolinea inoltre Maurizio Simmaco, Ordinario di biologia molecolare dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Andrea di Roma, "rappresenta una grande occasione che va nella direzione della personalizzazione delle cure. L'obiettivo finale che ci prefiggiamo è quello di contenere la riduzione di efficacia e le tossicità, anche con importanti risparmi per il sistema sanitario nazionale". La medicina personalizzata "è sempre più importante non solo nella lotta contro i tumori, ma anche nei pazienti politrattati. E questo - sottolinea Simmaco - non vale solo in oncologia ma anche in altre specializzazioni. Si tratta di un approccio largamente utilizzato in psichiatria ed è imprescindibile soprattutto nei soggetti più fragili, come ad esempio gli anziani. Si calcola che siano oltre 7 milioni e mezzo gli italiani over 65 che prendono contemporaneamente più di cinque farmaci. Il progetto di ricerca 'Patient DDi-ID' potrà diventare quindi un modello ed essere presto esteso anche ad altre tipologie di pazienti".

Marchetti rileva inolltre come "la medicina occidentale, negli ultimi anni, si è basata su un approccio definito 'trial and error': consiste nel provare a somministrare un determinato farmaco ad un malato e vedere poi successivamente come evolve la situazione e se l’organismo riesce a tollerarlo. Oggi invece possiamo riuscire, per più della metà dei farmaci, ad identificare prima e con grande precisione quale sarà il suo iter metabolico. Questo è possibile grazie ad una serie di analisi ed esami preliminari su quelle che sono le specifiche caratteristiche biochimico-funzionali di una determinata persona. L’arrivo di tante e nuove cure anticancro ha reso la scelta terapeutica, che deve svolgere un oncologo, estremamente difficile e complessa. Uno scenario più ricco di possibilità innovative e nel quale sono aumentate le possibilità di guarigione. Proprio per questo - conclude l'sperto - i laboratori, dalla biochimica clinica alla genetica e alla anatomia patologica, devono sempre più diventare un luogo di supporto non solo alla diagnosi, ma anche alla condivisione di un indirizzo terapeutico dinamico e personalizzato".
   

Caricamento commenti

Commenta la notizia