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I 40 anni di Tgs, la tv che racconta la Sicilia tra sorrisi e lacrime

Ci fu una volta che ci si dovette inventare la «sala trucco». In realtà c’era un’anima pia piazzata in emissione per rispondere a quel centinaio di telefonate che ogni giovedì sera arrivava per «Il Pomofiore» soltanto per segnalare la cravatta annodata male di Gianni Creati, il presentatore, o la spallina venuta giù ad una delle vallette, la futura cantante Francesca Alotta: in regia, con la diretta in corso, avevano ben altro a cui pensare.

Tele Giornale di Sicilia – che ieri ha compiuto 40 anni – è stata anche questo, in termini di affezione e di ascolti. Ma come emittente del quotidiano più antico dell’Isola cominciò con l’informazione. 24 ottobre 1978: dissolvenza sul monoscopio e Loredana Bona, oggi voce di Rgs, annuncia: «Signore e signori, buonasera e benvenuti sui canali 22 e 50. Questa è Tgs, Tele Giornale di Sicilia. Va ora in onda il notiziario». Quarant’anni a raccontare la Sicilia tra telegiornali e rubriche di approfondimento, tra dirette di eventi che sarebbero rimasti storici – dalla cronaca allo sport – e dibattiti ma anche a creare migliaia di ore di svago per i telespettatori, a puntare sull’intrattenimento.

Nel ’78, l’editore Antonio Ardizzone e l’allora direttore del Giornale, Lino Rizzi, avevano voluto Arturo Grassi, «vice» agli Spettacoli, alla guida del tg. Si capiva che l’autorevolezza del quotidiano avrebbe avuto il suo bel riverbero sul piccolo schermo: Mario Francese e Nicola Volpes coprivano la «nera» e la giudiziaria, Felice Cavallaro e Gianni Daniele si occupavano delle inchieste, per lo sport, invece, i punti di riferimento erano Giuseppe Siragusa e Mario Pasta e a Giuseppe Bagnati e Guido Fiorito erano affidate le rubriche settimanali sul Palermo. Il notiziario filava che era una meraviglia già nei primi anni: prima edizione alle 20,20, la seconda oscillava tra le 23,30 e mezzanotte, a seconda del varietà in onda quella sera. Già, perché Tgs con i sui spettacoli rigorosamente in diretta è stata tra fine anni ’70 e gli anni ’80 la tv a più alto tasso di intrattenimento tra le emittenti private siciliane. Non c’era sera della settimana che non vedesse in palinsesto una produzione .

Al Teatro di Verdura, quando all’alba si formò la fila per gli inviti per la finale della prima edizione del «Pomofiore», dovette intervenire la polizia. Ma a Tgs c’erano anche «Amici per la palla», un palio tra i quartieri della città che si sfidavano nelle prove più impensate: il presentatore era Gino Rovere, Giorgio Li Bassi faceva il «disturbatore» ma anche il cuoco e cucinava la pasta (l’ultima gara era mangiarne un paio di chili). C’era «I sogni nel cassetto», il quiz che vedeva Mike Bongiorno collegato da Milano per l’appendice palermitana condotta da Loredana Bona e Antonio Augello. C’erano Gianfranco D’Angelo e Jenny Tamburi che animavano «Spassatempo». C’era «Festa» nella quale esordì una splendida diciottenne destinata a diventare una brava attrice di cinema e di teatro, Giusi Cataldo. C’era Anna Pettinelli che sperimentò il primo preserale musicale nella storia della tv. C’era «Sparate sul pianista», le richieste dei telespettatori esaudite, per piano solo, da Nino Lombardo. E poi programmi per i più piccoli nel pomeriggio: «Classe di ferro», un torneo tra gli alunni delle scuole siciliane, e «La nuvoletta» che era «Il Pomofiore» formato mignon. C’era anche il primo esempio tra docufiction e people show della realtà degli emigrati siciliani negli States, «Gli zii d’America» con Gigi Burruano e ancora Li Bassi.

Intanto, di pari passo, continuava a marciare l’informazione: dopo Grassi, arrivò alla guida del tg Salvo Licata che portò con sé un gruppo di giovani cronisti, da Angelo Morello a Carmelo Rapisarda. In quegli anni Ottanta la guerra di mafia la faceva da padrona in ogni edizione del tg e Tgs documentava incessantemente i delitti «eccellenti» come avrebbe poi fatto, nel decennio successivo, con le stragi (gli speciali da Capaci e via D’Amelio e le dirette dei funerali di Falcone e Borsellino) e con la mobilitazione civile. Licata lasciò il timone a chi scrive e poi, in sequenza, sono arrivati sul ponte di comando Francesco Badalamenti, Angelo Morello e, dall’anno scorso, Marina Turco, prima donna alla guida del notiziario nei suoi primi quarant’anni.

L’informazione ha preso anche nuove strade: sono nati e trasmessi per anni »Tgs Giovani» e «Tgs Studio» e anche la passione sportiva per il Palermo ha ispirato nuove rubriche, da «Tgs Studio Stadio» a «Tgs Studio Sport». Intanto, all’alba del nuovo millennio, accendeva i suoi microfoni anche Radio Giornale di Sicilia, Rgs, sorella a braccetto della tv, che con il suo «Ditelo in diretta» ha raccolto quotidianamente esigenze e lagnanze dei cittadini. Per i suoi primi quarant’anni Tgs si è regalata 4 edizioni del notiziario e, alla fine della principale (intorno alle 14,15), la rubrica «Cronache siciliane» su temi di attualità, economia, salute e cultura. E le dirette di grandi eventi religiosi popolari tra Palermo e Catania, il Festino di Santa Rosalia, la Festa di Sant’Agata, la visita di Papa Francesco

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