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Curran accende le Terme di Caracalla

Il lungo ululato di un lupo si diffonde tra i resti imponenti delle Terme di Caracalla, dalle feritoie della cloaca filtrano versi di uccelli, lo scrosciare dell'acqua, rimbombi cupi che evocano foreste. Le voci della natura irrompono negli spazi del grande tempio del benessere dell'Urbe generando una miscela di forte suggestione. A creare l'impasto magico tra la visione dell'archeologia straordinaria del complesso termale e la musica del mondo pensata come un suo tappeto di architetture sonore è Alvin Curran con l'installazione "Omnia flumina Romam Ducunt - Tutti i Fiumi Portano a Roma", promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma.

Fino al 13 gennaio i visitatori di Caracalla saranno accompagnati lungo il Frigidarium dal fluire ininterrotto di questo linguaggio acustico fatto di leoni, lupi, usignoli, merli, aquile, rumori di corsi d'acqua, testi di poeti e architetti dell'epoca ai quali il compositore americano ottantenne alterna espressioni e segni dell'uomo come il rumore della griglia metallica del ponte di Brooklyn, l'elettronica di sintesi, tamburi e percussioni. C'è anche un frammento dedicato a Demetrio Stratos, il cantante e frontman degli Area che negli anni Settanta spinse verso punte estreme la sua ricerca sulle possibilità della voce.

"Le parole vere escono dai muri, dai cunicoli e dai nidi degli uccelli di questo monumento tra i più belli al mondo - ha detto Curran - che in questo caso diventa un teatro naturale. Il mio lavoro è basato su due principi semplici: ogni suono è una musica potenziale, l'uso della natura stessa e dei luoghi. L'architettura delle Terme è come una tela che accoglie pennellate di suono. Un tela che a ogni ciclo e motivo degli elementi sonori apparirà nuova e originale".

Il compositore, considerato tra i massimi esponenti della musica destinata ad essere eseguita al di fuori delle sale da concerto, ha spiegato di aver utilizzato le registrazioni di suoni naturali raccolti in tutto il mondo nel corso degli anni e conservati nel suo enorme archivio. "Il mix cambia continuamente, è una composizione dal flusso continuo che non finisce mai. Il punto di partenza si richiama al concetto elaborato cento anni fa di 'musique concrète', fatta di suoni naturali. E' un suono che scaturisce da queste rovine e si muove nello spazio".

Una musica caratterizzata da una "casualità" che rimanda a John Cage, amico di Curran. La magia è resa possibile da venti altoparlanti, a prova di ogni insidia atmosferica, nascoste tra i ruderi delle Terme, sei ad altezze diverse lungo i due lati del percorso, e otto sotto terra, sull'asse delle feritoie. A regolare tutto un software e tre computer, guidati da algoritmi impostati da un ingegnere programmatore del suono e da un esperto di istallazioni e hardware che si sono confrontati con Alvin Curran in tutte le fasi dell'allestimento. Marina Piranomonte, direttrice delle Terme, parla di un ulteriore passo verso la contemporaneità cominciato dal 2012 con Pistoletto fino all'attuale mostra di sculture di Mauro Staccioli.

"Dopo i visori in 3d - ha detto - con questa installazione sonora Caracalla è un passo avanti agli altri. Non possiamo andare oltre. Finito il giro, dovremo tornare all'archeologia". L'intervento, osserva il soprintendente Francesco Prosperetti, "conferma Caracalla il sito più multimediale della città". Per Mario Pieroni, direttore artistico di Ram-Radioartemobile artefice del progetto, "Roma non è una città amarcord ma offre stimoli agli artisti che credono in questa città. Bisogna credere in Roma".

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